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Economia

Scuola, i tagli della manovra estiva A Bergamo 924 docenti in meno

924 docenti e 679 ausiliari tecnico amministrativi. Sono i tagli previsti sulla scuola bergamasca dalla manovra estiva del Governo Berlusconi. Riorganizzazione, efficienza gestionale, razionalizzazione delle risorse: chimere fino a poco tempo fa, forse prossime realtà per una scuola pubblica che da anni attende una vera e propria regolata. Almeno questa è l’intenzione del Ministero.

924 docenti e 679 ausiliari tecnico amministrativi. Sono i tagli previsti sulla scuola bergamasca dalla manovra estiva del Governo Berlusconi. Riorganizzazione, efficienza gestionale, razionalizzazione delle risorse: chimere fino a poco tempo fa, forse prossime realtà per una scuola pubblica che da anni attende una vera e propria regolata. Almeno questa è l’intenzione del Ministero.
Ma quanto si risparmierebbe con la nuova manovra del Governo Berlusconi? Secondo il Sole 24 Ore dai 456 milioni dell’anno prossimo, all’esordio delle nuove misure, si potrà arrivare fino a 3,2 miliardi nel 2012. Il 30% di questo bottino, una volta che sarà certificato, andrà ad alimentare un fondo ministeriale chiamato a erogare, nell’ambito della contrattazione, risorse per "la valorizzazione e lo sviluppo professionale del personale della scuola".
Con una bella mano di cancellino spariranno 87.335 cattedre (20mila delle quali cancellate dalla prima razionalizzazione, quella dettata dalla Finanziaria 2008, che sarà applicata di pari passo con il nuovo piano) e 45mila posti da ausiliari tecnico-amministrativi (il 17% del totale). Si punta all’innalzamento di un punto entro quattro anni del rapporto alunni/docenti, che oggi in Italia è di 8,9 allievi per docente, a livelli molto più bassi dei principali Paesi europei.
"Ci sono un paio di fattori che c’entrano poco con le tabelle – spiega Loris Renato Colombo, segretario provinciale Snals (Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola) – per esempio lo Stato deve dirmi se vuole mantenere la scuola in montagna. Senza le scuole in paesi sperduti si rientrerebbe negli standard europei, ma andremmo incontro ad altri problemi. Inoltre nel resto d’Europa il personale che segue i ragazzi in difficoltà è a carico dei servizi sociali o sanitari. In Italia la realtà è ben diversa, è la scuola che deve garantire questi servizi. Non è tanto una questione di cifre, è un problema di natura politica. Al Ministero non servono ragionieri, ma qualcuno che conosca veramente la scuola".

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