Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti per tre cittadini di nazionalità albanese che il 21 giugno sono stati arrestati dai carabinieri in via Moroni, attorno alle 19,30. Per i tre immigrati l’accusa è di estorsione: avrebbero effettuato più telefonate ad un tunisino residente nella via chiedendogli ventimila euro per una presunta partita di cocaina mai pagata, che non è stata ritrovata.
Dopo alcune telefonate, piuttosto minacciose a suo dire, il tunisino ha chiamato i carabinieri, affermando di essere totalmente estraneo al giro di spaccio. I militari si sono appostati sotto la sua abitazione e alle 19,30 hanno fermato i tre albanesi: due di 23 anni, residenti rispettivamente a Scicli (Sicilia) e Osnago (Lecco), uno di 24 anni, di Verderio (Lc). Le telefonate dei tre si sarebbero susseguite, a ripetizione, tra il 18 e il 20 giugno: per loro l’accusa è di estorsione. L’albanese residente ad Osnago, che parla italiano a differenza degli altri due presunti complici, ha affermato di fronte al gip di aver fatto solo da telefonista e di aver chiesto soldi al tunisino pur non sapendo a che scopo; il complice di Scicli ha invece dichiarato di essere stato contattato da un amico in albania che gli chiedeva semplicemente un favore, ovvero di recuperargli la partita di droga. Il terzo ha invece sostenuto di aver fatto semplicemente da accompagnatore degli altri due: per lui arresto convalidato ma niente misure cautelari. Gli inquirenti lavorano anche per accertare la posizione dell’immigrato tunisino di via Moroni.
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