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Albinoleffe, il pagellone di un anno straordinario

Promossi e bocciati di un'annata comunque indimenticabile, che resterà nella storia dell'Albinoleffe. Marchetti e Carobbio gran protagonisti, senza dimenticare Gustinetti. Non ha convinto invece Madonna, troppo attendista. Foglio e Colacone le delusioni più grandi. Dietro la lavagna anche il presidente Andreoletti.

I PROMOSSI

Marchetti 8: il portiere costato 500 euro è diventato la rivelazione del campionato. Adesso che vale 5 milioni lo vogliono tutti: il Bologna è in pole, ma qualcuno si è fatto sentire persino dall’Inghilterra. Ha parato tutto il parabile e anche qualcosa di più: non è un caso che la sua assenza abbia coinciso con il momento peggiore dell’Albinoleffe. Forse senza il suo infortunio la Celeste sarebbe balzata in serie A direttamente, senza dover partecipare alla lotteria dei playoff.

Cellini 7: ventitrè reti in campionato sono tante, bastano e avanzano per metterlo tra i promossi. Però un voto in meno è d’obbligo per aver steccato proprio nell’esame finale. Come uno che dopo un anno di studio si impappina alla maturità, nella finale playoff non ha lasciato tracce. Anzi, pesa il suo errore nel primo tempo della sfida di andata, quando ha sbagliato un colpo di testa facile facile. Se avesse fatto gol, forse la storia sarebbe cambiata.

Carobbio 7.5: eterna promessa finalmente mantenuta, è stato il perno dell’Albinoleffe. Non contento di ispirare le giocate altrui, è andato spesso e volentieri a cercare gloria personale, trovandola il più delle volte. Resta negli occhi la sua punizione al tritolo sparata nella porta del Brescia nel ritorno di semifinale. Merita di tornare in serie A, qualcuno gli dia una chance.

Conteh 7.5: difensore di un’altra categoria, ha regalato solidità e eleganza al reparto arretrato celeste. Definitivamente e finalmente superati i problemi fisici che l’hanno frenato in carriera, anche lui è pronto per essere restituito al massimo campionato. Tenerlo in Val Seriana sarebbe però l’acquisto migliore.

Gustinetti 7: rimosso senza complimenti e dimenticato fin troppo in fretta (Gus, chi era costui?), resta l’artefice principale di un’avventura unica. Forse avrebbe dovuto gestire meglio le forze nel ritorno, ma non è stata tutta colpa sua. La campagna invernale non ha portato i rinforzi attesi, e quindi il nostro si è dovuto arrangiare come poteva, spremendo oltremisura i titolari. Innervosito, è arrivato allo scontro finale con il presidente, contribuendo a rovinare la favola. Ma non fatelo passare per il lupo cattivo.

I BOCCIATI

Madonna 5: gettato nell’arena all’improvviso per affrontare la sfida più grande, ha fatto quello che ha potuto. E’ riuscito a non farsi sbranare, ma da lui ci si aspettava qualche zampata in più. Invece ha disegnato un Albinoleffe attendista, troppo prudente. Incomprensibile poi la scelta di rinunciare a Del Prato per averlo bello fresco a Lecce: forse meglio sarebbe stato sfruttare al massimo il fattore campo, e di conseguenza la formazione migliore, per presentarsi in Puglia forti di un vantaggio anche minimo, da difendere magari con una vecchia e sana barricata. Con le poche energie rimaste, era infatti impensabile espugnare il Via del Mare. Bisognava costruire e poi difendere il proprio fortino, piuttosto che pensare di andare all’assalto di quello altrui, per di più in territorio nemico. E non si dica che il piano era quasi riuscito: l’1-1 ha riaperto i giochi solo in teoria, perché a quel punto l’Albinoleffe aveva le pile scariche e la mente annebbiata.

Foglio 5:  un errore pesantissimo, che ha compromesso la finale playoff spalancando la porta al gol di Abbruscato. Un errore che non ci si aspettava da un giocatore di esperienza come lui. Un po’ come l’assist di Zambrotta a Mutu in Italia-Romania. In generale, il suo contributo non è stato all’altezza delle aspettative.

Colacone 5: un gol inutile a Frosinone è l’unica traccia lasciata dal bomber di scorta acquistato in inverno, simbolo di una campagna che non ha saputo portare i rinforzi attesi: un po’ come gridare "arrivano i nostri" e veder sopraggiungere due fantaccini senza munizioni.

Andreoletti 6-: gli va dato merito di aver allestito una squadra solida e averla affidata a Gustinetti, che era tornato con motivazioni e idee giuste. Ma l’attacco frontale alla squadra nel periodo nero ha avuto un impatto devastante, che solo in apparenza ha ridato slancio al gruppo. Meglio sarebbe stato lavare i panni sporchi in casa, e tenersi Gustinetti fino alla fine. Nel calcio parlano i risultati, che in questo caso hanno dato torto al presidente.

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