Parrucche bianche in testa ma, indosso, abiti da lavoro: il messaggio dei ragazzi che hanno partecipato venerdì 13 ottobre al presidio organizzato da CGIL, CISL e UIL davanti alla Prefettura di Bergamo è chiaro: hanno timore di dover lavorare fino ad età avanzata a causa dei cosiddetti “buchi contributivi”, cioè dei numerosi periodi che nella vita di un lavoratore precario rimangono scoperti dal punto di vista previdenziale e dunque non sono conteggiabili ai fini del raggiungimento della pensione.
Fotografie di Federico Valentini