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“Visione di Sant’Uberto con ritratto di gentiluomo”, alla Carrara il celebre dipinto di Carlo Ceresa

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Le collezioni di Accademia Carrara si arricchiscono di un nuovo arrivo, il dipinto di Carlo Ceresa “Visione di Sant’Uberto con ritratto di gentiluomo”, databile intorno al 1650, grazie al comodato decennale da parte di Ubi Banca Popolare di Bergamo.
La grande tela per la sua iconografia che unisce un episodio sacro a un ritratto a figura intera, rappresenta un unicum nella produzione del pittore bergamasco, protagonista della scena artistica lombarda del XVII secolo. L’opera raffigura molto probabilmente la visione di Sant’Uberto, che la tradizione colloca nelle foresta delle Ardenne. Qui un Venerdì santo durante una battuta di caccia, il nobiluomo si imbatté in un cervo che portava un Crocefisso tra le corna mentre una voce dal cielo gli ingiungeva di abbandonare i piaceri terreni.
Il deposito garantisce la fruizione al pubblico di un dipinto raro e di alta qualità: per sottolineare la valenza pubblica di quest’atto di mecenatismo l’opera sarà visibile gratuitamente nell’atrio del museo fino al 18 novembre, giorno in cui verrà inaugurato il nuovo allestimento della sala 21 ripensato per accogliere l’opera per i prossimi 10 anni, con una serata su invito alle 19 a cui interverranno i rappresentanti di Accademia Carrara, del Comune di Bergamo e di UBI Banca Popolare di Bergamo.
“Partecipazione” è la parola chiave per una nuova sperimentazione che si avvia con l’arrivo della tela di Ceresa. Generalmente le didascalie dei dipinti sono scritte da esperti e contengono le informazioni da loro ritenute essenziali. Sul Modello dei musei anglosassoni, i servizi educativi della Carrara sabato 12 novembre alle 16.30 inviteranno persone di differente età e provenienza a comporre la “loro” didascalia, specificando quali elementi desidererebbero trovare e come vorrebbero fosse scritta. Da qui nascerà un testo – per ora in qualità di prototipo disponibile on-line, ma primo di una serie che troverà posto nelle sale – elaborato dai visitatori, i veri protagonisti, insieme alle opere, della vita del museo.

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