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“SconfinaMenti”, al Capitol due giorni di film su migrazione e intercultura

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“SconfinaMenti: le culture si incontrano al cinema” arriva anche a Bergamo, al Capitol Multisala, con due appuntamenti a ingresso gratuito, venerdì 6 e lunedì 9 maggio. 
Si tratta di rassegna cinematografica itinerante promosso dal COE – Centro Orientamento Educativo – ente che organizza il Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano – in partenariato con altre 7 organizzazioni non governative italiane e finanziato dal ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo attraverso il bando MigrArti.
“SconfinaMenti” è uno dei 24 progetti selezionati tra i 503 presentati a questo bando per il 2016, diretto in particolare al coinvolgimento delle comunità straniere, dei giovani di seconda generazione e dei rifugiati presenti sul nostro territorio. L’iniziativa si propone come un’occasione di approfondimento e conoscenza, attraverso prodotti cinematografici di qualità, con l’obiettivo di valorizzare le differenze culturali, promuovere l’incontro e favorire la comprensione dell’attualità.
Ecco il programma delle proiezioni.

Venerdì 6 maggio alle 20.15 viene proposta la proiezione del documentario “Asmarina” (Italia 2015, 70 minuti) di Alan Maglio & Medhin Paolos. La regista Medhin Paolos sarà presente in sala per incontrare il pubblico.
La comunità eritrea/etiope è presente in Italia da almeno mezzo secolo, integrata nel tessuto cittadino in maniera socialmente e culturalmente attiva. A partire dal materiale fotografico e audiovisivo presente in archivi istituzionali e privati che costituisce la memoria collettiva della comunità e attraverso testimonianze dirette, il film raccoglie l’eredità delle storie personali e indaga le sfumature dell’identità e della migrazione. I giovani registi Alan Maglio e Medhin Paolos raccontano 50 anni di presenza della comunità Habesha nel quartiere di Porta Venezia, a Milano. Dal legame storico del colonialismo, passando dalla lotta per l’indipendenza e i congressi a Bologna, sino ai profughi che in questi mesi transitano qui durante il loro viaggio verso il Nord Europa. Ne risulta una narrazione corale che porta alla luce un’eredità postcoloniale fino a oggi poco approfondita.
La pellicola ha ricevuto la menzione speciale “Razzismo è una brutta storia” in collaborazione con Feltrinelli e premio Lenovo al Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina 2015.

Lunedì 9 maggio alle 21 viene proposta la proiezione dei tre film brevi vincitori di premi speciali, assegnati da giurie di studenti e giovani di seconda generazione, docenti e associazioni culturali, nella sezione ‘Cortometraggi Africani’ al 26esimo festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano, tenutosi dal 4 al 10 aprile.
I cortometraggi sono:
– “Les empreintes douloureuses – Le impronte dolorose”, di Bernard Auguste Kouemo Yanghu (Francia/Camerun 2015, 18 minuti, versione in lingua originale, francese, con sottotitoli in italiano).
Nathalie vive a Tolosa, è una giovane francese di origini camerunesi e sta attraversando un momento difficile: completati da tempo gli studi, è alla ricerca di un lavoro ed è ossessionata dalla sua immagine tanto da volersi sottoporre ad un intervento di chirurgia estetica. Viene a trovarla dall’Africa l’anziana madre, ancora in lutto dopo 13 anni dalla scomparsa del marito. Lo scontro tra madre e figlia sull’operazione a cui Nathalie ha deciso di sottoporsi servirà ad entrambe per fare un passo avanti nella consapevolezza e accettazione di sé. Con linguaggio asciutto e implicito prende vita il racconto, intimo e sofferto, di un contrasto generazionale tra madre e figlia in un contesto di migrazione. Il film fa sentire la profondità delle ferite del cuore dettate dalla non accettazione di sé e dal non sentirsi integrati né in contesti familiari né in quelli sociali e apre spiragli a un cambiamento positivo solo quando le due protagoniste sono disponibili a un riconoscimento reciproco delle proprie fragilità.
La pellicola ha ricevuto il premio miglior attrice a Bwanga Pilipili al festival CineBanlieu, in Francia e Premio Speciale Polis al festival del cinema africano, d’Asia e America Latina 2016.
– “Terremere – Madre Terra”, di Aliou Sow (Francia/Senegal 2015, 32 minuti, versione in lingua originale, francese, con sottotitoli in italiano).
Abdoulaye vive nella periferia di una città francese. Quando il fratello muore in un incidente, decide di tornare in Mauritania per seppellirlo nella loro madre terra. Alcuni amici lo seguono in quest’avventura in auto, affrontando il deserto e la guerra, ma la difficoltà più grande risulterà del tutto inaspettata.
Il cortometraggio racconta il lungo, difficoltoso e intenso viaggio dalla Francia alla Mauritania; affronta tematiche umane e spirituali offrendo riflessioni e approfondimenti sui cambiamenti che l’emigrazione produce, sul modo di vivere la propria cultura d’origine e sul senso, il rispetto e il significato dei riti legati alla morte e alla sepoltura. Il viaggio fisico per trasportare la salma prende le valenze di un viaggio che permette di scandagliare il tema dell’identità attraverso le tematiche dell’amicizia, della solidarietà e dei diversi sguardi sulla propria cultura tra generazioni diverse.
La pellicola ha vinto Tanit d’argento alle JCC- Journées Cinématographiques de Carthage in Tunisia, il premio miglior cortometraggio internazionale al festival “Ecrans Noirs” 2015 in Cameroun e premio Speciale ISMU al Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina 2016.
– “Un metier bien – Un buon lavoro”, di Farid Bentoumi (Francia/Algeria 2015, 25 minuti, versione in lingua originale, francese, con sottotitoli in italiano).
Alla morte della madre, Hakim, giovane francese di origini maghrebine, decide di trovarsi un buon lavoro e di mettere la testa a posto. Il quartiere non offre molto e Hakim si ritrova a vendere hijab (il velo islamico) in un negozio di abbigliamento.
Il film affronta in modo originale tematiche come la disoccupazione e l’integralismo di stampo religioso attraverso l’inversione di ruoli tra prime e seconde generazioni; apre un dibattito su questi temi, complessi ed attuali, evitando di fornire facili risposte.
La pellicola ha vinto il premio del Pubblico Giovane al festival International Mediterranéen de Montpellier 2015 in Francia, Premio per il miglior cortometraggio al FestiLag – Festival International du film des lacs et lagunes 2015 ad Abidjan in Costa d’Avorio e Premio Arnone-Bellavite Pellegrini Foundation al Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina 2016.

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