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Prorogata la mostra “Pensiero paesaggio” di Luigi Ghirri ad Astino

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È stata prorogata sino al 31 agosto la mostra “Pensiero paesaggio”, di Luigi Ghirri all’ex monastero di Astino a Bergamo.
L’esposizione è aperta tutti i giorni tranne il lunedì dalle 15 alle 22, sabato dalle 10 alle 24 e domenica dalle 10 alle 22.
Oltre 40 scatti, soprattutto vintage prints e projects prints, in una mostra esclusiva per raccontare un maestro della fotografia italiana: Luigi Ghirri. La mostra vuole indagare l’opera di Ghirri attraverso un percorso inedito che rilegge l’incontro di questo autore con la fotografia a colori e lo sviluppo di un’analisi che fonda un nuovo sistema per intendere l’opera fotografica. L’autore organizzò il corpo della sua ricerca in “sequenze” di immagini, per ripensarlo in seguito come un gigantesco work in progress. Ghirri ha saputo cogliere gli stimoli del panorama artistico e culturale degli anni Settanta, trasformandoli in un’opera di riferimento per la ricerca contemporanea.
Il suo è uno sguardo rispettoso verso coloro che guardano: la presenza umana, quasi sempre di spalle, o sfuggente, infatti non è mai assalita, ma si sostituisce al suo autore, pronto a cambiare i punti di vista. Il fotografo emiliano è un artista poliedrico, un insegnante, un curatore, che ha scelto di guardare la realtà attraverso la fotografia e pensarla attraverso l’immagine per poi scriverla attraverso le parole.
Il tema portante della mostra sarà “il paesaggio”, che è sempre stato l’ossessione del lavoro di Ghirri. Un paesaggio che non è quello che viene normalmente percepito bensì quello che si suppone latente, inscritto sul rovescio: paesaggio della memoria e della favola, paesaggio di figure nascoste e di prodigi. E Astino – luogo che senz’altro Ghirri avrebbe amato e scelto per i suoi scatti – rappresenta la sintesi di tutto questo.
Un paesaggio di interni di abitazioni, luoghi di lavoro, ma anche paesaggio esterno, della campagna e delle città, delle grandi architetture urbane. Dalle pianure emiliane a Venezia, dagli interni di case colti nella dimensione più quotidiana allo studio dell’architetto Aldo Rossi (grande amico di Ghirri) alle foto della biblioteca personale del maestro.
L’idea fondamentale dell’artista applicata alla foto è quella della proiezione affettiva: lo sguardo come incontro con le cose, verso cui ci dirige una nostra tendenza intima. Non esiste una foto di Ghirri che si offra come pura documentazione: tutte mostrano questo orientamento verso un campo di prossimità, di simpatie, di attrazioni e riconoscimenti di un’intimità esterna.
L’iniziativa è promossa a cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi in collaborazione con Fondazione Mia.
In occasione dell’esposizione è stato realizzato un catalogo, a distribuzione nazionale, per i tipi di Silvana Editoriale.

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