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“L’ultimo buffone”, a Urgnano show di Leo Bassi

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Continua la trentunesima edizione per il Festival Internazionale del Teatro di Gruppo “Segnali Experimenta – Circuiti Lombardia Spettacolo dal Vivo”. L’iniziativa è organizzata a Urgnano dal Laboratorio Teatro Officina in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura dell’Ente Locale, l’Assessorato Istruzione, Formazione e Cultura della Regione Lombardia (Progetto “Circuiti Lombardia Spettacolo dal Vivo) e la Fondazione della Comunità Bergamasca onlus.

Sabato 18 maggio alle 21.30 all’Auditorium Comunale di Urgnano (Scuola Media) in via dei Bersaglieri, 68 è la volta di “L’Ultimo Buffone” su testo, regia e interpretazione dello straordinario Leo Bassi. Uno degli ultimi, grandi, originali clown in circolazione. È anche il discendente dello stesso clown che per primo, oltre un secolo fa, entrò nella storia contemporanea facendosi filmare dai Fratelli Lumière.

Leo Bassi, origini italiane, nato a New York, una vita da giramondo e una casa e sede di lavoro ora a Madrid, sarà ad Urgnano con “L’Ultimo Buffone”, spettacolo al debutto in Italia, che nasce da una scoperta fatta dalla sorella di Leo, Joanna, nell’archivio della fondazione Lumiere a Lyon in Francia.

Nel maggio del 1896, i Fratelli Lumiere avevano filmato il bisnonno di Leo Bassi, Giuseppe, con il fratello Giorgio, quando lavoravano nel Circo Rancy della città di Lione. Sono filmati eccezionali, probabilmente le prime immagini in movimento di clown della storia. Immagini che ci rimandano indietro ad un’epoca quando l’Europa aveva ancora tutta la sua innocenza, voglia di vivere e quella smania di cambiamenti positiva, ignara dell’orizzonte di guerra che l’alba del nuovo secolo avrebbe portato con sé.

A partire da questi filmati, Leo Bassi sviluppa uno spettacolo intenso e molto divertente dove analizza quel paradiso perduto, del mondo del buffone e del clown, così differente dalla comicità superficiale e cinica dei cabarettisti di oggi. “L’Ultimo Buffone” stupisce non solo per l’originalità delle sue tesi sulla fine dei veri buffoni e sul significato di questa perdita nell’ambito della nostra cultura, ma anche semplicemente, per il fatto che questo attore, questo pagliaccio rappresenta una continuità diretta del mondo di cui parla.

Dopo 6 generazioni – 170 anni – di presenza continua della sua famiglia nelle piazze, nelle strade e nei circhi, Leo Bassi, il “clown”, non ha perso niente della vitalità della sua stirpe e dimostra un dominio perfetto della sua arte, con la consapevolezza di essere, forse, “L’ultimo Buffone”. Così Leo Bassi, rimane fedele a quella lotta che sempre è stato sua: “Difendere il profondo valore umanistico dell’Arte del Buffone.”

LEO BASSI PARLA DEL SUO SPETTACOLO E DELLA SUA ARTE

“Questo spettacolo è dedicato alle nuove generazioni che si ribellano alle ingiustizie e al cinismo del Potere, con la speranza che la ribellione e la vitalità dei clown possano essere d’ispirazione in questi tempi confusi. Quando anni fa vidi per la prima volta un breve film del 1896 del mio bisnonno Giorgio Bassi e di suo fratello Giuseppe, entrambi clown, registrato dai fratelli Lumière, l’impatto fu fortissimo.

Erano pochi minuti che raccoglievano i migliori momenti del numero circense dei Bassi che mia sorella, storica del circo, aveva trovato negli archivi della Fondazione Lumière di Lione in Francia. Tre anni dopo capii che la semplicità e il buon umore che riscontravo non era frutto di un mondo più ingenuo e innocente, ma tutto il contrario: era un modo molto ben studiato per prendere in giro la pomposità e l’ostentazione del potere politico dell’epoca. Vidi chiaramente che la forza del clown era saper giocare con la stravaganza, al di sopra delle convenzioni, in una società molto formale e strutturata. Perfino il suo modo di vestire non era poesia o surrealismo, ma una maniera per sovvertire le norme rigide dell’abbigliamento conservatore.

Iniziai a ricordarmi alcune frasi della mia infanzia circense:
– Il nostro non è un lavoro, è una missione.
– La Chiesa e noi siamo facciamo la stessa attività: vendiamo miracoli!
– Figlio, non ci sono differenze di razza: vali solo per quello che sai fare. Siamo internazionalisti!
– Bisogna essere orgogliosi di chiamarsi “bassi” (Bassi!)

Quando ho lasciato il circo, negli anni ’70, volevo fuggire da quello che aveva fatto decadere il mio mondo: spettacoli infantili pieni di tradizioni e convenzioni vuote. Dentro di me, avevo fame di qualcosa di più grande, essenziale: provocazioni, lotte politiche … Ora so che, lungi dall’essere una pecora nera, un rivoluzionario, il mio istinto provocatorio è stato ispirato dallo stesso spirito libertario che ha mosso i miei antenati.

Davanti al sistema delle classi rigido, che divideva la società, il circo classico era un luogo nel quale il ceto basso, gli operai, i contadini, potevano liberarsi e aprirsi nuovi spazi nella vita. Erano eroi popolari che dimostravano che con lo sforzo fisico, determinazione intellettuale e molto senso dell’umorismo, i poveri potevano salvarsi. Forse più del socialismo stesso, il mondo del circo era l’incarnazione utopica dell’essenza filosofica dell’Illuminismo.

Per essere nato nell’ultima generazione di circo tradizionale e averlo conosciuto dall’interno, ho iniziato a considerarmi l’Ultimo Clown. Non è uno spettacolo, è un ritorno cosciente alle responsabilità etiche della mia famiglia. È una rivolta popolare contro la tirannia di oggi e di sempre.” Leo Bassi

Ingresso a 15 euro
I posti disponibili sono 99. Si consiglia la prenotazione.
INFO – Laboratorio Teatro Officina: Tel. 035 891878 – Cell. 340 4994795
Email. laboratorioteatrofficina@gmail.com – Sito web. www.laboratorioteatrofficina.it

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