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Cato presenta il suo nuovo disco al Barrio

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Cato non si ferma mai e sabato 4 febbraio al Barrio di Campagnola porta il nuovo lavoro “+ Love – Stress” con un concerto a ingresso libero con tessera Arci che inizierà alle 21.30.
Cato è il classico artista poliedrico e inarrestabile: nel 2014 l’omonimo disco d’esordio, trainato da una tripletta di videoclip dagli ottimi riscontri su Youtube (36 mila visualizzazioni in tutto). L’anno scorso il viaggio in auto lungo la Via della Seta, una traversata di 15 mila km in 35 giorni dall’Italia a Hong Kong insieme alla sua chitarra per raccogliere fondi a favore di Emergency e Admo. Ora un nuovo disco, l’ottavo sino ad oggi, un lavoro che allarga gli orizzonti sonori del suo cantautorato pop capace di reagire alle brutture della vita. “+ Love – Stress” è il disco roots di Roberto Picinali (questo il vero nome di Cato), dove per radici si intendono tutti i rivoli sonori di un musicista cosmopolita, che ama muoversi per il mondo e divertirsi con la propria musica, portando in giro il suo messaggio di pace, amore e sorrisi.
“+ Love – Stress” è un disco roots in una direzione innanzitutto reggae, declinata secondo melodie allegre e contagianti come nella danzereccia “La-Up” e nel primo singolo “African Boys”, di cui è disponibile il videoclip dedicato agli immigrati con cui Cato è a contatto quotidianamente (lavora come operatore presso un comunità di accoglienza e per scrivere il pezzo ha raccolto oltre cento testimonianze di profughi e immigrati economici). Un brano che accompagna le celebrazioni per i venticinque anni di vita della cooperativa bergamasca Ruah e vede la partecipazione di alcuni ragazzi giunti nel nostro Paese per cercare fortuna.
Ma le radici di Cato sono anche quelle che s’incontrano nelle altre tracce del disco. E così in “+ Love – Stress” le “classiche” e rotondissime ballad pop-rock del nostro vengono via via contagiate dal blues (“Respirando il sole”), dal rock (“Brucerò”), dal surf (“Bluesy”, “Senza fretta”) ma anche dal folk galiziano (“Bambole”, con il flauto del musicista spagnolo Xulio Lorenzo), senza dimenticare le atmosfere europee della fisarmonica, il corno nella proggheggiante “Corri nel vento” e l’elettronica che caratterizza “Tranquillo” e “Everyday fuckin’ robots”, sorprendente traccia synth pop che chiude il disco prima delle comiche follie di “Steppa infinita”.
Questa mescolanza di generi non sminuisce il consueto mood solare di Cato, che anche quando racconta vicende dolorose come l’immigrazione o una più quotidiana storia d’amore finita mantiene sempre un’innata vitalità, ben rappresentata dall’ottimismo del titolo scelto per il disco.

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