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All’ex monastero di Valmarina in scena “La storia del santo traditore”

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Sabato 6 agosto alle 21 all’ex monastero di Valmarina a Bergamo va in scena lo spettacolo “La storia del santo traditore”, a cura dell’associazione culturale Teatrattivo.
L’esibizione è ambientata nell’agosto 1806: il brigante Carcino Carciofoli uccide a tradimento un altro bandito, Vincenzo Pacchiana, meglio noto come “Pacì Paciana”, e ne consegna la testa ai francesi, che la esibiscono come trofeo sotto la ghigliottina posizionata nel campo della Fara, vicino a Porta S. Agostino a Bergamo.
Subito fioriscono leggende popolari, poi confluite nel folklore locale, attorno alla figura di questo fuorilegge che ruba ai ricchi per dare ai poveri, di questo presunto Robin Hood della Val Brembana che combatte le ingiustizie vendicando i torti subiti e mette in scacco gli sbirri e i francesi.
Ma non è solo di questo che parla lo spettacolo, incentrato semmai sul personaggio di Carcino, il “traditore” del Pacchiana: durante la fuga per tornare nelle sue valli, Carcino si fa accompagnare per un tratto di strada da un giovane pastore. Durante una sosta, gli racconta alcuni episodi della sua storia, un punto di vista dal basso di un momento storico complesso e drammatico, quello della fine del tradizionale e paternalistico governo veneziano e quello dell’irruzione violenta della modernità, rappresentata dalle nuove idee importate sulla cima delle baionette del armate napoleoniche.
Su uno sfondo storico fedele e coerente si ricostruisce una vicenda nella quale i valleriani, gli abitanti delle valli bergamasche, già provati dalle miserie quotidiane, dalla fame, dal cattivo raccolto, dalle malattie, dai provvedimenti emanati dalle nuove autorità, dalla distruzione progressiva del “loro” mondo e della “loro” cultura, proiettano le loro aspettative, i loro sogni, le loro confuse aspirazioni, ma anche la loro radicale estraneità a tutto quello che arriva dalla città e “da fuori”.
A livello drammaturgico e stilistico, si è scelto di utilizzare il cosiddetto pavan, una sorta di lingua franca, ricca di termini lombardi, veneti, bergamaschi, bresciani, che vanta una lunga storia nella tradizione teatrale a partire dal XVI secolo.
Al momento recitativo, che attinge in alcune sequenze alle tecniche della commedia dell’arte, si affianca durante lo spettacolo l’esecuzione dal vivo di musiche e motivi popolari tradizionali della Valle Brembana, coerenti con il contesto storico dentro il quale si muovono i personaggi.
“La storia del santo traditore” è un atto unico, con Gianfranco Piersanti, musica dal vivo Davide Bramati, per la regia di Ettore Colombo.

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