“Intoccabili” è il romanzo‐testimonianza di un operatore umanitario di Medici Senza Frontiere (Msf) che, insieme a tanti colleghi, decide di mettersi tra l’Ebola e le sue vittime. Una storia di orrori, dilemmi e umanità scritta da Valerio La Martire ed edita da Marsilio Editori in collaborazione con Msf.
Il libro verrà presentato venerdì 26 maggio allo Spazio Terzo Mondo di Seriate alla presenza dell’autore Valerio la Martire e di Silvia Mandelli, infermiera bergamasca e operatrice umanitaria di Msf che ha operato in Guinea come responsabile promozione della salute in un progetto di lotta all’Ebola.
Modererà la serata la giornalista Elena Catalfamo. Inoltre, verranno proposte letture di Giorgio Personelli.
L’incontro avrà inizio alle 21 ma dalle 19.30 ci sarà un aperitivo solidale a favore di Medici Senza Frontiere.
Il 26 dicembre 2013 un bambino di due anni si ammala a Meliandou, un remoto villaggio della Guinea. Inizia così la più grave epidemia di Ebola mai affrontata dall’umanità. Roberto, un medico italiano, decide di partire per una missione umanitaria che lo metterà di fronte a situazioni che non avrebbe mai immaginato, a scontrarsi con difficoltà e scelte di cui porterà il peso per tutta la vita. Insieme a lui, un’infettivologa, un’infermiera, un antropologo, un logista, colleghi e amici le cui storie si intrecciano alla sua perché contro l’Ebola bisogna agire su tutti i fronti.
“L’idea del libro è nata dopo l’ultima missione di Roberto, il ‘dottor Robi’, come lo chiamavano i suoi pazienti a Monrovia. Il suo racconto, così sincero e personale, andava oltre le cronache sull’Ebola cui ero abituato. Toccava il fondo di un inferno da cui nessuno è uscito indenne, neanche quelli che ce l’hanno fatta” ha detto Valerio La Martire, che ha deciso di devolvere a Medici Senza Frontiere i suoi ricavati del libro.
Durante l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale sono state contagiate 28.646 persone. Circa un terzo di tutti i pazienti è stato accolto in un centro sanitario di Msf, dove 2.478 persone sono state salvate.
Oggi, a quasi un anno dalla fine ufficiale dell’epidemia, il mondo è ancora impreparato a far fronte a emergenze sanitarie di tale portata. Rimane dunque fondamentale sviluppare un sistema di risposta alle emergenze efficace per evitare che future epidemie vadano fuori controllo e non intervenire soltanto quando è in gioco la minaccia alla sicurezza globale.
Medici Senza Frontiere è stata in prima linea fin dai primi giorni dell’epidemia. Nel picco della diffusione ha impiegato fino a 4 mila operatori nazionali e 325 internazionali, di cui oltre 70 italiani. In seguito, ha avviato progetti dedicati ai sopravvissuti e oggi continua a fornire servizi per supportare i sistemi sanitari devastati dall’epidemia. A Monrovia ha aperto un ospedale pediatrico; in Guinea assiste pazienti affetti da Hiv; in Sierra Leone fornisce assistenza alla maternità. Msf ha anche predisposto campagne di vaccinazione e forniture d’emergenza per far fronte a future minacce epidemiche nella regione.