Passione, impegno e dedizione: sono queste le basi su cui poggia l’azienda agricola Pagnoncelli Folcieri di Scanzorosciate che sta proseguendo e valorizzando una lunga tradizione di famiglia, ossia la produzione del Moscato di Scanzo.
Il fiore all’occhiello della sua attività è il rinomato passito color rosso rubino contraddistinto da un aroma intenso e da caratteristiche peculiari frutto di una particolare cura che viene prestata in ogni fase della lavorazione come se si trattasse della crescita di un figlio. Oltre a questa specialità vengono prodotte diverse prelibatezze a base di Moscato.
Per saperne di più abbiamo intervistato Francesca Pagnoncelli Folcieri, figlia del Dottor Maurizio Pagnoncelli, farmacista, titolare insieme ai genitori, ai fratelli Federico e Serena e al marito Massimo della neocostituita Azienda Agricola.
Quando è nata l’azienda agricola?
È nata lo scorso agosto anche se la nostra famiglia produce Moscato di Scanzo dalla fine degli anni Cinquanta come attività collaterale rispetto a quella principale, ossia la farmacia che porta il nostro nome da quattro generazioni.
Nel secondo dopoguerra mio nonno Giancarlo cominciò a produrlo per consumo familiare ricavando sei bottiglie di vino dalle poche gambe di vite tenute nell’orto di casa: fu l’inizio di una grande passione che si è ampliata e non si è più fermata, e che oggi coinvolge tutti i membri della famiglia. Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte alla scelta di vendere i vigneti o proseguire la produzione di Moscato. Visto che nessuno di noi voleva abbandonare questo sogno ci siamo posti l’obiettivo di ampliare la produzione e di migliorare, dove possibile, ogni fase di lavorazione. Con il Moscato di Scanzo 2015, che imbottiglieremo nei prossimi mesi, l’obiettivo è stato raggiunto.
Ci spieghi…
Negli anni Sessanta Giancarlo contribuì con pochi altri appassionati al salvataggio e al rilancio del vitigno che era la chicca della bergamasca, con una storia lunghissima alle spalle risalente al 1300, ma si stava perdendo per effetto delle malattie della vite di fine Ottocento e per le due guerre mondiali. La produzione proseguì e nel 1980, quando si è cominciato a parlare del Moscato di Scanzo grazie a Veronelli, che lo ha portato all’attenzione del mondo dei sommeliers, è nato il mito del nostro Moscato, che era conosciuto da tutti come il “Moscato del farmacista”, buonissimo e disponibile con quantitativi limitati, con poche bottiglie. A quell’epoca ne producevamo un’ottantina da 1/2 litro, non era in vendita, il nonno lo regalava ad amici.
Nel tempo la produzione è aumentata: nel 2013 abbiamo realizzato 876 bottiglie e nel 2015 abbiamo superato quota 3mila. L’obiettivo è valorizzare la tradizione di famiglia senza però snaturare il prodotto, lavorando su quantitativi che ci consentano di mantenere il controllo della qualità per ogni operazione effettuata, dalla cura della vite, alla vendemmia, fino alla conservazione del vino nelle nostre cantine sotterranee, naturalmente a temperatura costante e ideale per la conservazione del Moscato.
Quali sono le fasi più delicate?
La raccolta e la pulizia dei grappoli per noi è un momento importante e delicato. La prima deve essere effettuata con apposite cassette in cui il grappolo viene adagiato, inoltre i grappoli non devono essere sovrapposti l’uno all’altro: il rischio è che singoli acini si rompano e vadano poi scartati. Gli acini rotti, infatti non possono essere messi in appassimento perchè rischiano di generare muffe. Vegnono poi eliminati anche gli acini che non hanno raggiunto la maturazione ottimale in pianta, e tutti quelli che in qualche modo possono compromettere la qualità finale del nostro Moscato. Per tradizione di famiglia, dedichiamo un’attenzione maniacale a questi passaggi e siamo spietati, tanto che facciamo anche una seconda pulizia del grappolo al termine dell’appassimento.
Effettuare queste due operazioni con particolare rigore è la nostra arma vincente e ci permette di ottenere un prodotto di alta qualità e contraddistinto da caratteristiche particolari che vogliamo mantenere e migliorare anche grazie a nuovi macchinari.
Cosa caratterizza il vostro Moscato?
Colpisce sicuramente per la sua lunghissima persistenza in bocca (valore che in francese viene chiamato Caudalie e si misura in secondi, più dura e più il vino è importante). Il sapore del nostro Moscato accompagna i degustatore a lungo, per oltre 30 secondi. Inoltre si contraddistingue per un ottimale equilibrio tra zucchero e alcool, che lo rende dolce ma non stucchevole, molto morbido e avvolgente, tanto che è difficile fermarsi al primo bicchiere. Ha poi un’intensità di profumi ed aromi speciale, e dei sentori tipici del Moscato e in particolare dell’area cru dove si trovano i nostri vitigni, il Monte Bastia. Quest’area, storicamente la prima ad essere vitata, con un’esposizione ottimale e una concentrazione di Sass del Luna molto elevata, accentua i profumi terziari, i sentori di spezie, e in particolare si contraddistingue per una nota di incenso, quello che in bergamasco si dice odur de chesa, la zona cru del Moscato di Scanzo.
Si può consumare durante tutto il pasto?
Sicuramente la vocazione di vino da meditazione è e resta forte, ma abbiamo proposto con successo anche svariati accostamenti e ce ne sono ancora molti da sperimentare. Gli abbinamenti più tradizionali sono quelli con formaggi erborinati, cioccolato e pasticceria secca, ma è ottimo anche con il risotto con riduzione di Moscato, selvaggina e alcuni tipi di ostriche… insomma, non ci sono limiti se non derivanti dalla quantità di bottiglie disponibili.
E come vengono organizzate le cene?
In azienda agricola organizziamo cene per un numero limitato di ospiti su prenotazione. Inoltre, organizziamo per i nostri clienti eventi ad hoc organizzati in ristoranti di qualità con l’obiettivo di valorizzare il nostro prodotto accostandolo a piatti particolari. Accedendo alla nostra pagina Facebook si possono trovare tutte le novità e gli eventi dell’azienda agricola. Abbiamo anche un sito internet e una mailing-list a cui ci si può iscrivere rimanendo aggiornati sulle diverse iniziative.
Cosa è cambiato con l’apertura dell’azienda agricola?
Abbiamo aumentato la dimensione aziendale con l’intento di far conoscere maggiormente il Moscato di Scanzo in generale e il nostro in particolare. Per noi questo vino è come un figlio: io e i miei fratelli lo produciamo da quando ne abbiamo memoria.
Ci siamo resi conto di come il mondo enologico sia in fermento e di quanto sia stimolante, al tempo stesso faticoso ed entusiasmante: è un progetto nato come una passione di famiglia e il sogno è che possa anche produrre reddito.
Abbiamo compreso il significato del prodotto in sè, andando oltre al semplice valore economico: è una scelta di vita e di responsabilità. Credo che l’Italia debba emergere per cultura, bellezza, cibo e vino: sono i punti di forza del nostro Paese e se li abbandoniamo non avremo futuro.
È anche un modo per valorizzare il territorio e le sue risorse
La promozione del territorio è fondamentale: non siamo da soli, facciamo parte di un sistema naturale e produttivo che, se promosso, valorizza tutti. Il nostro Comune sta puntando molto su questo aspetto. Sicuramente non è semplice in quanto bisogna seguire i tempi della natura che sono più lenti rispetto a quelli a cui siamo abituati ogni giorno nella nostra società, ma è fondamentale.
Per concludere, quali sono i progetti per il prossimo futuro?
Continuare a puntare sul Moscato come prodotto principe. Inoltre, abbiamo la grappa di Moscato realizzata dal mastro distillatore vicentino Vittorio Capovilla, e un vino rosso da tavola chiamato “Ombra rossa”, che abbiamo inserito nella nostra produzione da un paio d’anni, prima fatto solo per consumo personale e poi venduto ai clienti. Ottenuto da Merlot (90%) e Moscato di Scanzo (10%), si abbina perfettamente con le portate tipiche della cucina bergamasca come casoncelli, salame, salumi e formaggi.
Ci sono, poi, la birra al Moscato che abbiamo sperimentato l’anno scorso e che sarà pronta entro fine anno, già prenotabile, e i Moscadèi, ravioli al Moscato di Scanzo, dello storico pastificio Migliorini di Torre Boldone. Abbiamo poi altri segreti di cantina che sveleremo più avanti.
Pensiamo anche a sviluppare le attività legate alle degustazioni e all’ospitalità e in questa direzione, proprio adiacente alla Villa, abbiamo recentemente aperto una city spa per i nostri clienti e non solo ovviamente.
L’azienda agricola Pagnoncelli Folcieri è a Scanzorosciate in via Martinengo Colleoni, 108.
Per avere ulteriori informazioni telefonare al numero 3398614814, consultare il sito www.moscatopagnoncelli.com, inviare un’e-mail a info@moscatopagnoncelli.com oppure accedere alla pagina Facebook “Moscato di Scanzo Pagnoncelli Folcieri”.
commenta