• Abbonati
La celebrazione

Fra Tommaso da Olera, il 21 settembre la beatificazione

La messa che renderà beato il religioso bergamasco, vissuto in Austria a metà del 500, tra i palazzi della corte asburgica e l’impegno quotidiano verso i più poveri, verrà presieduta da cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi in rappresentanza di Papa Francesco. Una successiva messa di ringraziamento, poi, verrà officiata sabato 5 ottobre alle 18 nella chiesa del Convento dei Cappuccini di Innsbruck, presieduta da S. Ec. Mons. Manfred Scheuer, Vescovo della diocesi austriaca.

Bergamo avrà un beato in più. Sabato 21 settembre alle 17 in duomo Fra Tommaso da Olera riceverà la beatificazione: la celebrazione sarà presieduta da cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi in rappresentanza di Papa Francesco. Una successiva messa di ringraziamento, poi, verrà officiata sabato 5 ottobre alle 18 nella chiesa del Convento dei Cappuccini di Innsbruck, presieduta da monsignor Manfred Scheuer, Vescovo della diocesi austriaca.

Tommaso Acerbis nacque nel 1563 nel piccolo borgo di Olera, frazione di Alzano, da una famiglia di antiche e nobili origini, ma in quei tempi decaduta. Fino all’adolescenza svolse, unitamente ai propri familiari, l’attività di contadino e di pastore di pecore, senza poter frequentare alcuna scuola. Nel 1580, all’età di diciassette anni, arrivò invece la vocazione che lo portò ad entrare nell’ordine dei Cappuccini nel convento di Verona in qualità di fratello laico. Dopo il canonico anno di prova, nel quale venne definito come "maestro e specchio della perfezione religiosa, anzi un colmo di ogni sorte di virtù" dal suo superiore Giovenale Ruffini, imparò a scrivere, in deroga alla Regola di san Francesco. La sua fama di predicatore valicò i confini della Repubblica di Venezia, tanto che nel 1619 Leopoldo V, arciduca del Tirolo, lo volle vicino a sé come guida spirituale. Inserito nel locale convento di Innsbruck, nel quale continuò a ricoprire il ruolo di addetto alla questua, si introdusse negli ambienti di corte asburgici, diventando consigliere religioso di numerose personalità politiche.

Nonostante fosse abituato a frequentare personalità altolocate, visse con uno stile di vita austero, tra preghiera e digiuno, senza perdere l’umiltà e l’obbedienza che lo avevano contraddistinto: continuò a predicare il Vangelo sine glossa (ovvero senza commento), entrando in contatto con le differenti realtà sociali e politiche che si incontravano nella zona, parlando indistintamente con il popolo minuto e con autorità politiche ed ecclesiastiche. Venne definito un apostolo senza stola per via delle numerose lezioni di fede che impartì alla gente, diffondendo la volontà di fare del bene, rincuorando i bisognosi, dando conforto agli infermi, riportando la pace tra litiganti e favorendo le conversioni a cattolicesimo.

Strinse una profonda amicizia con Ippolito Guarinoni, del quale divenne guida spirituale. Questi esercitò la professione di medico presso Hall, allora una città di grande importanza nel Tirolo austriaco (www.hall-wattens.at ). A Hall in Tirol Fra Tommaso e Guarinoni promossero lo sviluppo dell’Istituto delle Vergini, frequentato da esponenti della nobiltà tirolese. Guarinoni venne poi trasferito presso la miniera di Schwaz: qui Fra Tommaso si prodigò al fine di permettere il sostentamento ai minatori cattolici che versavano in difficoltà finanziarie, contattando direttamente i baroni Fieger di Friedberg, proprietari di numerose miniere nelle vallate del fiume Inn e dell’Adige. Con l’amico Ippolito si fece inoltre promotore della costruzione di un santuario presso Volders, a quindici chilometri da Innsbruck. Questo edificio sacro, inaugurato nel 1654, fu il primo luogo di culto dedicato all’Immacolata in un territorio di cultura tedesca e venne dichiarato monumento nazionale nel corso del XX secolo. Divenuto ormai personaggio noto in tutta l’Austria, approdò anche alla corte dei duchi di Baviera, dove favorì la conversione del Duca di Weimar e di Eva Maria Rettinger, vedova del conte di Lerchenberg. La nobildonna, dopo aver conosciuto il predicatore, vendette i suoi beni, prodigandosi ella stessa per aiutare i poveri, entrando quindi nell’Abbazia di Nonnberg, dove divenne la badessa.

Morì il 3 maggio 1631 ad Innsbruck e venne sepolto nella cripta della locale chiesa dei Cappuccini, posta nella Kaiserjägerstrasse della cittadina austriaca. Nel 1933, infine, la sua salma fu traslata nella vicina cappella della "Madonna lactans", dove riposa tuttora.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI