Tutti i giorni Renato Vallazasca lascia il carcere di Bollate per raggiungere Sarnico, dove lavora come magazziniere in un’attività commerciale della zona. Probabilmente nel tragitto dalla prigione al lago passa di fronte al casello di Dalmine, lo stesso dove il 6 febbraio 1977 i componenti della banda del criminale hanno ucciso due agenti di polizia, l maresciallo Luigi D’Andrea e l’appuntato Renato Barborini. La vedova di Luigi D’Andrea, Gabriella Vitali, ha già più volte alzato la voce per non permettere che Vallanzasca abbia sconti sulla pena che i giudici hanno sentenziato. Nel 2011 ha perfino scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando il capo della banda della Comasina ha ottenuto la semilibertà. Non se la sente di commentare la notizia della nuova vita da lavoratore di Vallanzasca. E’ molto arrabbiata e si definisce solo “schifata”.
Anche quando uscì nelle sale il film “Gli angeli del male”, la vedova D’Andrea si scagliò contro il regista Michele Placido “Di fronte a certi episodi tragici, a certe vicende che hanno segnato nel profondo i destini di tante persone – disse in occasioni dell’uscita del film – . lo Stato non può fare sconti, altrimenti trasmette un messaggio sbagliato alle nuove generazioni, oltre che mancare di rispetto ai familiari delle vittime. Noi il nostro “ergastolo” ce lo portiamo sulle spalle dal giorno in cui Vallanzasca ci strappò i nostri cari. Lui sconti i suoi. Non chiediamo né vendette né accanimenti. Ma non possiamo accettare che, con ritmo assurdamente regolare, questo individui torni sotto i riflettori”.
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