Wu Minxia, 26enne atleta cinese, avrebbe tutte le ragioni del mondo per festeggiare. Martedì 1 agosto, insieme alla connazionale He Zi, Minxia ha vinto la medaglia d’oro nei tuffi – specialità trampolino 3 metri sincronizzato – diventando così la prima donna nella storia dei Giochi a vincere tre ori consecutivi in tre diverse Olimpiadi.
Per salire così spesso sul gradino più alto del podio, tuttavia, la ragazza ha pagato un prezzo carissimo. Suo padre ha infatti dichiarato in questi giorni allo Shanghai Morning Post di aver nascosto alla figlia due terribili drammi familiari: il cancro della madre, che combatte con la malattia da ormai otto anni, e la morte dei nonni avvenuta negli ultimi mesi. Il tutto per permetterle di allenarsi "serenamente".
"Ci ha chiamato al telefono poco dopo la morte della nonna – ha raccontato il padre – e io, stringendo i denti, le ho detto che tutto andava bene. Sappiamo ormai da tempo che nostra figlia non ci appartiene più". Come a dire che Wu, rappresentando nel mondo dello sport i colori della Cina, ha una missione così alta e importante da non potersi preoccupare dei problemi della sua famiglia.
La storia della ragazza – che si allena in un centro sportivo del governo dove ha ricevuto raramente le visite dei suoi familiari – ha scatenato un acceso dibattito sui social network cinesi. "Il nostro sistema sportivo nazionale è disgustoso" scrive un frequentatore di Sina Weibo – piattaforma simile a Twitter – "La nostra strategia olimpica fa perdere agli atleti ogni traccia di umanità" aggiunge un altro.
Parole confermate dal comportamento della famiglia di Wu, che è volata a Londra ma non ha incontrato la figlia sino al termine della finale. "Le abbiamo mandato un sms per avvertirle che eravamo atterrati e che stavamo bene, così non avrebbe dovuto preoccuparsi per noi – ha raccontato suo padre – E’ sempre così occupata con gli allenamenti…".
(Ansa.it)
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