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L'intervista

Luccisano: Italia Futura m’ha convinto, è diversa dai partiti tribù

Michele Luccisano, 59 anni, già sindaco di Arcene per 10 anni, attuale segretario al Comune di Seriate spiega le ragioni che lo hanno spinto ad aderire all'associazione Italia Futura Bergamo.

Si definisce un “gregario” della politica fatta dai giovani. E che voglia stare al servizio delle nuove generazioni lo ribadisce Michele Luccisano, 59 anni di cui dieci dal 1999 al 2009 come sindaco di Arcene, e attuale segretario comunale a Seriate. “Quando guardo ai giovani comprendo la loro preoccupazione, sono la prima generazione dal dopoguerra che teme il futuro, che pensa che di fronte ci sia solamente il peggio – spiega Luccisano – per questo ho deciso di aderire al movimento di Italia Futura. Mi ha spinto il buon senso, chi come me ha lavorato tutta la vita è tempo che ora faccia da gregario, dia una mano perché i giovani siano i protagonisti del loro futuro”. La politica la conosce bene Luccisano, ma non la demonizza.

“Sono molto orgoglioso di aver fatto il sindaco di Arcene e ho avuto le antipatie della politica di professione – ammette – ricordo quando all’epoca in commissione regionale ho richiamato i partiti alla loro responsabilità per il piano cave della Provincia di Bergamo, un piano non attuale, non utile al mondo della produzione”.

L’elenco delle battaglie contro la politica di professione è lunga: dal raddoppio della Bergamo-Treviglio alla sistemazione del sottopasso ferroviario ad Arcene.

“Oggi i partiti politici sono tribù, si autotutelano, sono chiusi su di loro: se non si rinnovano sarà la fine – aggiunge – Italia Futura invece parte dal basso, dalle idee che vengono dalle persone che vivono ogni giorno la difficoltà del lavoro, del sociale, della scuola, della giustizia. Magari anche idee che a volte vengono dalle disperazioni, ma non per questo vengono accantonate. Anzi”.

Sulla possibilità che Luca Cordero di Montezemolo si candidi in prima persona, taglia corto: “In questo Paese è diventato il gioco preferito della politica trovare il nome che faccia effetto, ma per l’associazione Italia Futura così come l’associazione di Oscar Giannino l’obiettivo è diverso: trovare le soluzioni ai problemi dell’Italia. Una cosa ben differente. Italia Futura è un incubatore di novità, di passioni, di desideri. Non è un partito”. Insomma, è una politica della riscossa. Una politica che punta alla semplificazione amministrativa, giudiziaria, fiscale.

“Italia futura non fa piazzate in televisione, comprende che i partiti vanno riformati perché non sono i solutori del problema. Non demonizzo Grillo e il suo movimento: all’interno ci sono brave persone che sono stanche, sfiduciate, non si arrendono e cercano di cambiare questo Paese” aggiunge. “La politica deve essere fatta da gente comune, più autentica – rimarca l’ex primo cittadino di Arcene –. L’epoca delle promesse è finita, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità: gli anziani facciano i gregari, con la loro esperienza, competenza, tecnica, affianchino i giovani a non commettere errori”.

Spot, salotti televisivi, campagne pubblicitarie sono qualcosa di lontanissimo. “Il consenso popolare lo si trova se le decisioni sono prese con coscienza e per il bene comune – puntualizza il segretario comunale di Seriate –. Abbiamo bisogno di scuoterci dai vecchi schemi. Ci sono politici eletti senza che si siano mai fatti vedere nei collegi e che ora non rispondono delle loro azioni a nessuno dei loro votanti. Siamo di fronte a un parlamento di nominati, non di eletti. Eppure il Parlamento da mesi cerca di discutere una nuova legge elettorale senza arrivare a nessun risultato. Monti non dovrebbe sentirsi vincolato da questo Parlamento, il momento è drammatico e le sue decisioni andavano prese con più rapidità e senza concertazioni o ricatti da parte dei partiti”.

Così però non sarebbe venuta meno la democrazia?

“No, nessun attacco alla democrazia. Il nostro Paese è sull’orlo del baratro e salvarlo è la priorità. E poi lo ripeto: in Parlamento siedono solamente dei nominati, non degli eletti dai cittadini. Oggi i partiti sono tribù che rifiutano il confronto, sono autoreferenziali e non comprendono i problemi che vive il nostro Paese”.

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