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L'intervista

Tagli dei tribunali e scuola magistratura unica Galizzi: “Va bene così” fotogallery

Adriano Galizzi, per 49 anni a servizio della magistratura di cui sette come Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, giudica positivamente il taglio delle sedi distaccate del tribunale e la scelta di un'unica sede della scuola di magistratura.

La Giustizia l’ha conosciuta da vicino Adriano Galizzi. Quarantanove anni di servizio e di carriera nella magistratura. Di questi 49, sette lo hanno visto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo. Non ha nostalgia di quel mondo, un tribunale, che è stata per anni la sua casa: “Anche se qualche volta passo a far visita” ammette.

Il ministro della Giustizia ha deciso per la chiusura di molte sedi distaccate dei tribunali. In provincia di Bergamo chiuderanno Clusone, Grumello del Monte e Treviglio. Che cosa ne pensa?

“Che era ora. Finalmente, ora però devono riuscire a portarla a termine questa riforma. Per troppi anni abbiamo detto che quelle sedi distaccate erano dei costi inutili. Io ho partecipato alla prima conferenza nazionale negli Anni Ottanta, quando ministro della Giustizia era Mino Martinazzoli, poi lo sostituì Rognoni. E ricordo benissimo il primo giorno di quella conferenza: l’obiettivo era chiudere oltre cento preture perché troppo costose e inutili”.

Non mi dica: non se ne fece più nulla.

“Esatto. Anzi si costituì un’associazione dei Comuni e da alcuni politici, i radicali, che si opponeva a questa proposta. Il ragionamento che seguivano era il seguente: al Sud una pretura dava da mangiare a circa duecento persone. Infatti, oltre ai dipendenti, si calcolavano i ristoranti, gli alberghi, insomma l’indotto del territorio”.

Bergamo però fece eccezione.

“No. La stessa cosa avvenne con i giudici di pace. C’erano sindaci che si battevano per non perdere la sede, ma non si comprendeva che era una dispersione di denaro pubblico e che non portava nessun vantaggio all’organizzazione della giustizia. Penso alle sedi dei giudici di pace di Zogno e di Almenno: completamente inutili. Anzi, sottraevano personale a Bergamo”.

La nuova mappa delle procure garantirà più ordine?

“Senz’ombra di dubbio. Si deve partire dal presupposto che nelle piccole procure non c’è possibilità di specializzazione per i sostituti procuratori. Per esempio: Bergamo che ha 15 o sedici sostituti, ha sei gruppi specializzati che sanno affrontare le loro procedure con molta competenza. In una procura piccola capita invece che il sostituto debba affrontare una procedura che se gli andrà bene affronterà una seconda volta magari dopo due o tre anni. Non si amministra così la giustizia”.

Serviranno maggiori spazi a Bergamo per ospitare il personale delle tre sedi distaccate?

“No. I magistrati che vanno a Clusone, Treviglio e Grumello hanno già gli uffici a Bergamo. Migliorerà l’organizzazione della giustizia, è solo questione di tempo. Mi spiace solamente per Clusone, il Comune si aveva speso risorse per sistemare la sede, ma mancava il personale e non si poteva continuare così”.

La stessa logica possiamo utilizzarla anche per la Scuola di magistratura?

“Purtroppo sì, è nata con uno spirito sbagliato. Le tre sedi erano inutili, ma servivano per accontentare tutti. Un po’ come i ministeri a Monza: si pensa di mettere quattro scrivanie e di aver aperto un ministero. La realtà è ben diversa. I corsi di magistratura avvengono attualmente a Roma e il fatto che si scelga una sede unica non è solo per risparmiare soldi pubblici, ma anche per dare una certa uniformità nella formazione dei magistrati”.

Che giudizio dà al ministro Severino?

“Il giudizio è ottimo. Sono contento che questa riforma l’abbia fatto un avvocato e non un magistrato, segno che chi opera nella giustizia ha la stessa visione dell’organizzazione della stessa. Ora però il ministro e il governo devono andare fino in fondo, non cedere ai ricatti della politica: devono portare a termine questa riforma”.

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