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Letto per voi

“Niente da mettermi” Lo shopping fa bene Parola di psicologa

Su Lettera43.it la conferma scientifica di quanto tutte le donne sanno già per provata esperienza diretta: lo shopping fa bene, è praticamente una terapia per all'altra metà del cielo, lo scrivono due psicologhe in un libro di successo.

Su Lettera43.it la conferma scientifica di quanto tutte le donne sanno già per provata esperienza diretta: lo shopping fa bene, è praticamente una terapia per all’altra metà del cielo, lo scrivono due psicologhe in un libro di successo.

 

Un’inclinazione naturale. Una passione sfrenata. Ma non solo. Dietro allo shopping compulsivo al femminile ci sono ragione che col futile hanno poco a che fare. E vanno dritte alla sfera psicologica. Ansia da prestazione, disagio sociale e autostima a picco, sono alcune delle motivazione inconsce che spingono molte donne a mettere mano al portafogli ed entrare in un negozio, invece che accomodarsi sul lettino di una psicologa.

Eppure sono proprie due esperte del mestiere, due psicologhe e psicoterapeute francesi, Elise Ricadat e Lydia Taïeb, da sempre attente a tutto ciò che riguarda l’universo femminile, ad aver sollevato la questione. E analizzano clinicamente l’ansia da armadio.

Ne hanno parlato anche in un libro: si intitola provocatoriamente Rien à me mettre, le vêtement, plaisir et supplice (Niente da mettersi. Il vestito, piacere e supplizio).

Era uscito in sordina in Francia, ma ora grazie al passaparola dei lettori sta facendo molto discutere sul web.

Le due studiose analizzano il rapporto tra le donne e lo shopping o meglio tra le donne e l’armadio (da riempire, riorganizzare, cambiare, stravolgere). Tutto parte da quella frase, la solita che pronunciano tutte le donne: «Non ho niente da mettermi».

Le pazienti intervistate dalle due specialiste durante le sedute di psicoterapia hanno raccontato infatti di come comprare un abito nuovo, crei in loro una stato quasi immediato di serenità e soddisfazione. E poco importa se dura pochi secondi o qualche minuti. È pur sempre utile», sottolineano Ricadat e Taïeb.

«Perché se è vero che il confine che separa la gioia dell’acquisto dall’acquisto compulsivo è sottile, rinnovare il guardaroba è comunque un piacere da coltivare». E non solo per sentirsi più belle e piacenti ma, forse, anche per imparare l’arte dell’auto-terapia. E combattere lo stress quotidiano con una gonna a fiori.

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