“No alla Cittadella dello sport, sì alla riqualificazione dello stadio già esistente”. La posizione del Pd di Bergamo era chiara già da tempo e ora lo diventa ancor di più con le cinque ragioni espresse dal segretario cittadino Nicola Eynard, dal capogruppo in consiglio comunale Elena Carnevali, da Luca Gibellini della segreteria provinciale e dal consigliere provinciale Filippo Simonetti. “Nella proposta del Parco dello sport di Grumello al Piano ci sono tantissimi punti deboli che ci fanno pensare che forse sarebbe meglio prendere un’altra strada – ha spiegato il segretario Nicola Eynard -, ad esempio quella che porterebbe alla riqualificazione dello stadio già esistente che, a nostro parere, sembra un’opzione molto interessante, soprattutto in un momento di grande difficoltà qual è quello che stiamo vivendo. Sarebbe importante mettere al centro di tutto l’idea di una manutenzione straordinaria della città e delle infrastrutture come occasione di riforma urbana, con interventi calibrati e circoscritti”.
Il primo punto per dire no alla Cittadella di Grumello al Piano passa dal consumo del suolo: “Il Parco dello sport comporterebbe la distruzione di una preziosa e ormai rara porzione di territorio agricolo, l’unico consistente cuneo verde della periferia cittadina. Il riuso dello spazio già esistente – ha continuato Eynard – consentirebbe, invece, di evitare il nuovo consumo di territorio e un’ulteriore frantumazione e sfrangiamento di Bergamo”.
Il secondo punto riguarda l’accessibilità della zona: “La Cittadella è un’ipotesi che non è sostenuta da un’adeguata ossatura infrastrutturale, ma si appoggia su di una viabilità esistente e già oggi in affanno. Il sito di viale Giulio Cesare – ha continuato il segretario cittadino del Pd – può invece essere raggiunto con i mezzi pubblici che, a loro volta, posso essere potenziati, con la linea TEB 1 e, in futuro, la linea TEB 2. Ricordiamo, poi, che il 47% degli abbonati Atalanta sono abitanti del centro”.
Il terzo tassello tocca invece il rapporto con la città e i quartieri, “dove il programma prevede funzioni poco compatibili con il contesto circostante. Un esempio? La vicinanza del Parco dello sport al santuario della Madonna dei Campi”, mentre il quarto punto parla del destino della struttura di quello che diventerebbe di fatto il vecchio stadio che “non potrà essere completamente demolito perché in parte vincolato. Al tempo stesso, però – ha continuato Eynard -, pare difficile immaginare un nuovo uso della struttura che non implichi ingenti investimenti di risorse da parte dell’ente pubblico”.
E poi c’è il punto più importante, quello riguardante i costi: “Il piano funzionale – ha commentato Filippo Simonetti – appare assai vago, poco credibile e, soprattutto, sproporzionato viste le notevoli difficoltà che tutti stiamo incontrando in questo periodo. Al progetto di riuso potrebbe invece corrispondere un piano funzionale più leggero e realistico”.
“Per tutte queste ragioni – ha spiegato anche Elena Carnevali – il Pd in Comune ha da sempre manifestato i suoi tanti dubbi, e ora che anche Percassi parrebbe intenzionato a prendere seriamente in considerazione anche il “piano B”, chiediamo all’Amministrazione di abbandonare l’idea legata al Parco dello sport , cogliendo al volo quella che sarebbe un’occasione concreta di salvaguardare il nostro territorio per lavorare ad un’ipotesi realistica, percorribile e sostenibile a tutti i livelli”.
E a chi chiede come si risolverà il problema dei parcheggi selvaggi nella zona dello stadio, i quattro rispondono: “Serviranno dei minimi accorgimenti che renderanno la zona più tranquilla anche nelle ore vicine alle partite dell’Atalanta, senza dimenticare l’area Reggiani che, se opportunamente riqualificata, potrebbe ospitare tantissimi posti auto”.
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