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Il caso

Chiesa ex Riuniti, la Regione: “Ecco il nostro progetto”

Previsto un osservatorio sul dialogo interreligioso e un percorso culturale per esaltare il patrimonio artistico degli enti ospedalieri lombardi

Regione Lombardia intende esercitare il diritto di prelazione e realizzare un percorso di valorizzazione del complesso connesso alla Chiesa dei Frati dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, affinché possa continuare a essere un centro di culto e, insieme, un polo di aggregazione culturale per la città”. Lo prevede – come si apprende da una nota di Regione Lombardia – una delibera approvata lunedì 20 maggio dalla Giunta, attraverso la quale si manifesta la volontà di riappropriarsi dell’immobile, che era stato alienato dall’Asst di Bergamo e assegnato all’Associazione Musulmani per oltre 450mila euro.

Il progetto si articola in due parti: “una è dedicata alla valorizzazione del luogo di culto e alla creazione della sede di una consulta/osservatorio sul dialogo interreligioso, nello stesso tempo aperto al dialogo con le identità del territorio – spiega la Regione -. L’altra intende portare avanti un progetto culturale pilota per esaltare l’ingente patrimonio artistico di proprietà degli enti ospedalieri lombardi, a partire proprio dalla realtà storico-culturale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII“.

Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti e Coordinatore Lista Civica Giorgio Gori Sindaco) commenta così: “Mezzo milione di euro dei lombardi per tornare a far quadrare un pasticcio targato Lega. Dal mio punto di vista quel che rimane è una grande ingiustizia per chi il bando l’ha vinto e per chi, come la comunità ortodossa, comunque non potrà rientrare nel luogo di culto che Regione Lombardia ha venduto come fosse un qualsiasi altro immobile. Temo fortemente che, visti i dubbi sulla prelazione, possano esserci dei ricorsi e dei possibili esposti – avverte il Consigliere Regionale – resta una grande amarezza per la poca serietà e la poca professionalità con cui è stata gestita questa situazione che mette nelle mani del Comune di Bergamo la responsabilità di gestire possibili conflittualità tra comunità religiose”.

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