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Bergamo segreta

Villa Zogna, la dimora rinascimentale che divenne caserma

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che oggi fa tappa lungo le sponde della Roggia Serio

I più anziani ricorderanno all’interno di essa la presenza degli uomini della Brigata Legnano, le stampe ottocentesche al contrario come uno dei luoghi più suggestivi della campagna bergamasca: stiamo parlando di Villa Zogna, un tempo una delle più belle dimore rinascimentali di Bergamo.

Conosciuta oggi come ex Caserma Scotti a causa della trasformazione d’uso che la vide protagonista nel XIX secolo , la struttura venne edificata sulle sponde della Roggia Serio nel 1510 su commissione di Paolo Casotti, esponente della famiglia Casotti de Mazzoleni e facoltoso commerciante arricchitosi grazie al commercio di panni di lana e di seta.

Proprietario già di un palazzo nobiliare nell’area di via Pignolo, Paolo Casotti decise di realizzare la villa all’esterno delle mura cittadine dove, fra il 1511 e il 1512, lavorò anche Andrea Previtali, celebre artista bergamasco e amico dell’imprenditore orobico.

Chiamato a dipingere la sala principale del piano terra, il pittore di Berbenno eseguì alcune lunette raffiguranti professioni liberali e arti meccaniche fra le quali la pastorizia, l’agricoltura, la navigazione, la mercatanzia e l’architettura con la scultura; affreschi che verranno staccati nel corso dell’Ottocento dal conte Gianforte Suardi e ricollocati all’interno di Villa Suardi a Trescore Balneario.

Alla morte di Paolo, la proprietà, con tutti gli altri beni, passarono alla vedova Agnese Avinatri in qualità di usufruttuaria a nome dell’unico figlio maschio Giovan Francesco che però morì in giovane età, per cui la struttura venne affidata ai cugini Giovan Maria e Marsilio, figli di Zanarino Casotti.

In seguito i Casotti alienarono alienarono la proprietà alla famiglia Albani con atto del 27 febbraio 1620 e successivamente ai Suardi, i quali cedettero nel 1885 la stessa al Comune di Bergamo che trasformò la villa prima in un ospedale militare e poi in una caserma, rimasta in uso sino all’inizio degli Anni 2000.

La nuova destinazione d’uso causò alcune modifiche al progetto originale, come la scomparsa della torre colombaia a terminazione poligonale, tuttavia osservando oggi l’edificio, che si presenta a forma di U, è possibile scorgere ancora alcune sezioni cinquecentesche, come il caso dell’antico loggiato posto nell’ala nord-est che, grazie al ritmo largo ed elegante delle archeggiature e ai nitidi particolari decorativi, ricorda in parte le opere di Pietro Isabello, uno dei principali architetti bergamaschi dell’epoca.

A dispetto dello splendore che per secoli l’ha caratterizzata, Villa Zogna versa oggi in stato di abbandono, tuttavia i suoi cortili e i suoi corridoi mantiene ancora oggi intatto il ricordo di una delle epoche più fulgide per i mercanti bergamaschi.

 

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