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La presentazione

Per sfatare un tabù e per continuare a sognare: Atalanta, con l’Inter è uno spareggio-Champions

Gasperini non ha mai vinto a San Siro contro l'Inter da allenatore della Dea

Con la tifoseria nerazzurra ancora incantata dalla sontuosa gara con il Bologna, bisogna però resettare e riprendere la concentrazione perché nel posticipo pomeridiano di oggi la Dea scenderà al Meazza per affrontare l’Inter.

Prima di parlare del match odierno, consentitemi per un attimo di tornare alla serata di giovedì perché la prova dell’Atalanta è stata davvero fenomenale. Segnare quattro reti nei primi quindici minuti è un’impresa da ricordare (bisogna tornare indietro di 87 anni per trovare l‘unico precedente, della Juve) e chi era allo stadio potrà raccontare ai suoi nipoti che quella sera c’era.

Non voglio assolutamente pensare a quello che potrà succedere nelle prossime giornate, a quello che accadrà nella semifinale di Coppa, ma quello che posso affermare con sicurezza è che vedere giocare questa squadra è un piacere per gli occhi e per lo spirito. I ragazzi di Gasperini giocano con una facilità impressionante, si trovano alla perfezione, imbastiscono manovre di una bellezza e pericolosità incredibile.

E non mi si venga a dire che di fronte c’era il Bologna. Gli uomini di Mihajlovic venivano da diverse ottime prove, eppure sono stati letteralmente surclassati (un elogio per Orsolini, l’unico dei rossoblu a salvarsi). Hanno giocato tutti una grandissima gara, ma permettetemi un elogio per “il Beppe” (come ormai i tifosi lo chiamano): Ilicic non solo ha segnato due reti da autentico fuoriclasse, ma le sue giocate hanno letteralmente incantato il pubblico, estro e sostanza, classe e concretezza. Immarcabile, un fenomeno.

Venendo ad oggi la gara di San Siro, pur non essendo decisiva, anche alla luce dei risultati dell’ultima giornata diventa però davvero importante. E dispiace che i nerazzurri bergamaschi la debbano disputare senza il loro bomber Zapata che, ammonito giovedi, è stato squalificato. Il mister ha già certamente in testa l’assetto tattico da utilizzare che, a mio avviso, non può comprendere Musa Barrow. Il giovane gambiano pur disputando mezz’ora nella partita con i felsinei, ha purtroppo ancora una volta dimostrato di non essere al momento all’altezza della situazione.

I nostri avversari sono reduci dalla netta vittoria di Genova (sponda rossoblu) e soprattutto hanno “recuperato” Icardi. L’attaccante argentino ha disputato una buona prova ma ora bisognerà vedere l’accoglienza che gli riserverà il suo pubblico, visto che la tifoseria più calda pare non gli abbia perdonato quanto successo nelle ultime settimane. E il disappunto è palese anche nei confronti della società e del mister, rei ad avviso dei tifosi di aver concesso il rientro del bomber al solo scopo di evitare una depauperazione nel valore del giocatore.

Mister Spalletti, nonostante quanto detto, pare intenzionato a schierare nuovamente l’argentino al centro dell’attacco, complice anche l’assenza per infortunio di Lautaro Martinez. Sulla trequarti può rivedersi dall’inizio Nainggolan, mentre c’è il rischio turnover sia per Vecino che per Politano.

In casa atalantina credo che Gasperini, per rimediare all’assenza di Zapata, si affiderà a Pasalic, con Iličić falso nueve e Gómez a supporto. Qualche dubbio in difesa con quattro uomini che si contendono tre maglie (Mancini, Palomino, Masiello e Djimsiti). Sulla corsia mancina Gosens dovrebbe essere nuovamente preferito a Castagne.

Le due squadre si sono affrontate alla Scala del Calcio fino ad ora in ben 57 gare in campionato: 8 pareggi, 40 vittorie per l’Inter e 9 per l’Atalanta. L’ultima vittoria della Dea risale alla stagione 2013-2014, quando vinse per 2 a 1 grazie alla doppietta messa a segno da Bonaventura. L’ultimo trionfo dell’Inter risale alla scorsa stagione, quando due reti di Icardi diedero la vittoria ai padroni di casa. La più recente divisione della posta è quella del marzo 2012 quando nessuna delle due compagini riuscì a segnare.

A solo titolo scaramantico ricordo due occasioni nelle quali il Biscione riuscì a segnare ben 7 gol alla Dea. Nel 2016-2017 fu un 7 a 1 mentre nel lontano 1989-1990 la Dea segnò un gol in più. Chi, come me, era sugli spalti, uscì dallo stadio con le orecchie basse. E allora, per par condicio, ricordiamo che nel lontano 1947-1948 l’Atalanta espugnò San Siro con un eloquente 3 a 0 frutto delle marcature di Mari, Pian (autorete) e Fabbri.

Come non ricordare poi la partita d’andata dove i nerazzurri bergamaschi asfaltarono i rivali con un 4 a 1 esaltante. L’Inter che veniva da 7 vittorie consecutive si dovette inchinare allo strapotere di Gomez e compagni.

Senza considerare il Gasp, vista la sua brevissima permanenza a Milano, l’unico ex della gara è Roberto Gagliardini, autore di una bella doppietta nella scorsa giornata.

La nascita dell’Inter avvenne nel 1908 per iniziativa di un gruppo di soci dissidenti del Milan, contrari al divieto imposto dal club rossonero di arruolare calciatori di nazionalità straniera. Se pensiamo a tutti gli stranieri presenti oggi nel nostro campionato, quel divieto sembra oggi una cosa fuori dal mondo.

Tutti sapete perché la maglia della Dea ha i colori nerazzurri. Ma quella dell’Inter? Fu il socio-fondatore, Giorgio Muggiani, a scegliere quei colori per rendere omaggio al cielo, di giorno e di notte. Speriamo che per l’Inter questa sera sia solo notte, possibilmente fonda.

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