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Il caso

Scoperto matrimonio farsa per ottenere la cittadinanza: nozze saltate, lui rimpatriato

Il Comune di Treviglio, insospettito da alcune segnalazioni, ha chiesto supporto al Commissariato che ha verificato l'irregolarità dello straniero sul territorio italiano: la futura sposa ha poi ammesso che si sarebbe trattato di un matrimonio per convenienza.

Pensava di ottenere la cittadinanza italiana attraverso un matrimonio farlocco con una donna trevigliese, ma l’azione congiunta del Sindaco e del Commissariato di Treviglio hanno evitato una vera e propria farsa.

E anziché in viaggio di nozze come novello sposo M.M. – marocchino residente in Piemonte – si è trovato su un aereo che ha permesso il rimpatrio nel paese d’origine.

“Paradossalmente i documenti per il matrimonio erano tutti regolari, ma risultavano alcune segnalazioni a carico dello sposo che mi hanno insospettito – commenta il sindaco Juri ImeriHo quindi chiesto supporto al dottor Angelo Lino Murtas del Commissariato di Treviglio e dopo varie verifiche abbiamo avuto evidenza che il futuro sposo era irregolare sul territorio italiano e che il matrimonio, presumibilmente, era una truffa”.

Così giovedì mattina è scattata l’operazione di fermo del marocchino, identificato dagli agenti nei pressi del comune e trasferito all’ufficio immigrazione di Bergamo dove è stato accertato lo stato di irregolare presenza sul territorio italiano. Sono quindi state avviate le pratiche per l’espulsione, concretizzatasi venerdì sera alle 17.50, quando l’aereo è decollato. Nel frattempo la futura sposa ha ammesso che il matrimonio sarebbe avvenuto per convenienza.

“Siamo da sempre molto attenti alle istruttorie che riguardano i matrimoni perché le truffe sono spesso in agguato – commenta il Sindaco – Ringrazio i miei funzionari per la grande professionalità e attenzione dimostrata e ringrazio il Commissariato di Treviglio per la grande disponibilità e il prezioso supporto: da Sindaco ho agito a tutela delle leggi, dello stato e della sposa, ma senza il dottor Murtas e i suoi uomini non saremmo riusciti a evitare questa truffa. Sottolineo anche la preziosa collaborazione con l’ufficio immigrazione della Questura di Bergamo, che ha permesso di chiudere il cerchio. Questa vicenda deve essere anche un monito: i furbetti stiano alla larga da Treviglio”.

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