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L'evento

Bergamo Jazz 2019, un ritorno alle origini della musica soul

David Douglas, direttore artistico del Bergamo Jazz festival, quest’anno ha deciso di puntare su grandi uomini e grandi donne

David Douglas, direttore artistico del Bergamo Jazz festival, quest’anno ha deciso di puntare su grandi uomini e grandi donne. Giunto al quarto mandato conseguito, Douglas contamina la città con artisti che hanno cambiato un po’ questo mondo.

La kermesse 2019 è un ritorno alle origini dal jazz: la storia la conosciamo, ma spesso ci dimentichiamo che la musica soul è molto più di un’arte, è il movimento di donne e uomini che hanno creduto e credono della libertà.

Il ciclo di appuntamenti al Teatro Creberg, iniziato nella serata di venerdì 22 marzo, è stato ufficialmente aperto dal Muhammad Alì della musica: Archie Shepp, per la terza volta Bergamo. Il paladino del free jazz ha portato un quartetto fenomenale (oltre a Shepp, sassofonista, Pierre-Francois, pianista, Matyas Szandai, contrabbassista, Hamid Drake, batterista).

Eleganza e bellezza, questo è Shepp: sassofonista, cantante, attore e drammaturgo, un uomo il cui carico degli anni è evidente. Passo lento e parlata sbiascicata, ma quando inizia a fare musica è come se il tempo non fosse mai passato. Il suono è potente, la voce calda e limpida.

La seconda parte della serata è stato un cambio d’abito netto. Dai completi con cravatta, alle giacche di pelle e scarpe da ginnastica, dal soul al jazz funkeggiante. Sul palco arriva the E-Collective, una formazione rock in piena regola: Charles Altura chitarra elettrica, Fabian Almazan alle tastiere, David Ginyard al basso elettrico e Oscar Seaton alla batteria. Tutto in regola se non fosse per la tromba di Terence Blanchard, nativo di New Orleans, uno dei musicisti più in vista e acclamati del jazz di oggi.

Un sound travolgente e affascinante, ritmi del funk, a tratti di puro rock, si fondono con gli effetti sonori dei synth della chitarra e delle tastiere. Il tutto dalla piccola console del trombettista al centro del palco.

Shepp e Blanchard, due stili diversi ma un unico grande denominatore comune: la musica, un movimento di vita.

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