“Matteo Salvini a doppia velocità”. Questo il titolo del post con il quale il sindaco di Bergamo Giorgio Gori attacca il ministro dell’Interno. Il riferimento è al caso della nave Mare Jonio e a quello del bus degli ultrà Atalantini a Firenze.
“Per far sequestrare la nave Mare Jonio – prosegue Gori – e aprire l’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ci ha messo poche ore: le cronache lo descrivono impegnato “sin dall’alba” per evitare di arrivare in Parlamento, dove oggi si dovrà difendere per il caso Diciotti, con la ‘Mare Jonio’ ancora al largo di Lampedusa. Detto fatto. Salvini sprint. Guardia di Finanza e Procura prontamente eseguono.
Sugli scontri dopo Fiorentina-Atalanta, invece, siamo ancora al palo. E son passate tre settimane. “Stiamo compiendo accertamenti”, “Attendo gli accertamenti della Procura”, e via così, riscoprendo – proprio lui – l’intoccabile principio della separazione tra i poteri. Ci sono fior di testimonianze che dicono che mentre rientravano in pullman i tifosi dell’Atalanta sono stati fermati e fatti oggetto di deliberate, ingiustificate violenze da parte di agenti della Polizia di Stato.
Ci sono le deposizioni degli autisti, e più di trenta referti in ospedale. Possibile che non sia neppure stata avviata un’indagine interna alla Polizia? Peggio: la Polizia di Firenze ha fatto circolare una versione del tutto opposta, che se fosse falsa getterebbe una luce ancora più inquietante su tutta la vicenda.
Lo ripeto anche qui, non è in discussione il pieno sostegno e la fiducia verso le Forze dell’Ordine, ma proprio questa fiducia richiede la capacità di fare immediatamente luce sui fatti, di accertare le responsabilità e di punire chi ha sbagliato.
Il Ministro dell’Interno, Speedy Gonzales quando vuole, in questo caso traccheggia, prende tempo. Non vuole mettersi contro la Polizia e non vuole scontentare gli ultrà. S’illude se pensa che i tifosi dell’Atalanta e tutti i cittadini di Bergamo, che mi onoro di rappresentare, siano disposti a lasciar perdere. Saremo qui costantemente a ricordargli le sue responsabili e ad esigere verità sui fatti di Firenze”.
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