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L'intervista

“La lista” di Laura Curino: storia di un eroe che non sapeva di esserlo

Pasquale Rotondi, il ragazzo che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò diecimila opere artistiche tra quadri e manoscritti. Diecimila: un numero talmente grande che è impossibile immaginarlo.

Provate a pensare di avere sotto al vostro letto “La tempesta” di Giorgione, uno dei tesori veneziani di San Marco, i manoscritti di Gioachino Rossini o la Madonna di Piero della Francesca, oggi conservata alla pinacoteca di Brera. Riuscireste a dormire sapendo di stare custodendo beni dal valore inestimabile?

Ci vuole grande coraggio per mantenere la calma in certe situazioni. Laura Curino, attrice e scrittrice di straordinaria sensibilità, ha portato con sé “La lista”, una storia bellissima, ospite della rassegna “Altri Percorsi” della Fondazione Teatro Donizetti. Nella serata di giovedì 21 febbraio, al Sociale di Bergamo, abbiamo conosciuto Pasquale Rotondi. È stato un coraggioso soldato o un grande scienziato? Vi chiederete. Niente di tutto questo. Pasquale Rotondi era un semplice funzionario, un marito e un giovane padre di due bambine.

Questa è la storia di un eroe che non sapeva di esserlo. Si è ritrovato immerso in una situazione impossibile e ha fatto l’impossibile per risolverla. È la favola di un’impresa straordinaria di un ragazzo che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò diecimila opere artistiche tra quadri e manoscritti. Diecimila: un numero talmente grande che è impossibile immaginarlo.

Erano tempi duri, anzi durissimi. Il governo fascista incaricò Rotondi di preservare il patrimonio italiano. Ma fece solo questo. Nessun aiuto, né economico, né spirituale. Niente di niente. La classica situazione da “armiamoci e partite”. “Rotondi lei deve proteggere i nostri tesori artistici, ora vada e tanti saluti”. Ma il povero Pasquale dovette affrontare tutto da solo. Il regime era troppo preso a fare la guerra che “avrebbe reso grande l’Italia”. Sì… dopo quel maledetto 19 giugno 1940 l’Italia si è ritrovata impegolata in una guerra tutt’altro che lampo, totalmente in ginocchio. Una sconfitta che ci è costata tante inutili morti.

Dietro “La lista” c’è un lavoro mastodontico. Laura Curino non si è limitata a mettere in scena uno spettacolo. è evidente un grande lavoro di ricerca storica e personale. Laura Curino è riuscita nella sua grande impresa: raccontare la vita di un semplice grande cittadino in solo un’ora e trenta di spettacolo.

Chi è Pasquale Rotondi?

È un giovane ragazzo che ha studiato arte all’università. Inizia la sua carriera come ispettore e poi come sovraintendente del patrimonio artistico prima a Roma, poi ad Ancona e poi nelle Marche. Quando sta per scoppiare la guerra, viene incaricato di trovare un luogo in cui conservare il patrimonio artistico italiano. È un semplice funzionario. Solo che questo ragazzo sarà così coraggioso da riuscire, dopo l’8 settembre 1943, a salvare più di diecimila opere d’arte italiane che altrimenti sarebbero finite in Germania dove Hitler voleva costruire un enorme museo. Ha fatto un lavoro incredibile, eroico e per certi spetti pericolosi. Mi piace raccontare questa storia: abbiamo un patrimonio artistico enorme che richiede la responsabilità delle istituzioni ma anche di ogni singolo cittadino per difenderlo.

La prima volta che le hanno raccontato questa storia, cosa ha pensato?

Ho pensato che fosse una storia straordinaria. Ma che bisognava confutarla con la ricerca storica e i fatti veri e propri. Ha retto il confronto, anzi l’ha superato. Non sono l’unica che ha scritto di questa storia. Ma sono convinta che il teatro, che non fa vedere, ma evoca ha una capacità molto forte di raccontare le storie. Racconti che devono sempre essere supportate da una base storica.

Rotondi, così dedito al senso del dovere e della morale, arriva a disobbedire per salvare il patrimonio. Lei crede in questi valori superiori?

Certamente. Se non ci credessi non avrei fatto questo spettacolo. Ad un certo punto chiunque deve mettersi di fronte alla propria coscienza. Bisogna fare con precisione il lavoro per cui si è chiamati, ma il denaro e le regole non devono mai offuscare la coscienza.

Si è mai chiesta cosa avrebbe fatto se si fosse trovata al posto di Rotondi?

Sempre! Perché io sono pusillanime. Mi pare di non avere tutto quel coraggio. Ma credo anche che tu ti debba trovare in certe situazioni per scoprire di che stoffa sei fatto. Chissà…

“Articolo 21” ha fatto una bellissima recensione del suo spettacolo. “Laura Curino sa come si cattura l’attenzione del pubblico che diviene per lei come gruppo di amici a cui raccontare una storia, una vicenda reale che ha il sapore della fiaba”…

Credo che ci siano diversi elementi che concorrono quando mi riesce di toccare il pubblico. Innanzitutto, la gente non ha perso l’amore per le storie, è il desiderio archetipo che hanno i bambini. La maggior parte del potere sta nella storia. Certi racconti hanno una tale forza che camminano da soli. Poi ovviamente ci sono delle tecniche di narrazione utilizzate che man mano che il lavoro prosegue diventano più efficaci. La musica, ad esempio, mi aiuta moltissimo.

Le faccio una domanda che spero non troverà banale. Pensando al percorso storico-cultura dopo la Seconda Guerra Mondiale, la nostra Italia si merita veramente il coraggio di Rotondi?

Io penso di sì. In Italia ci sono storie molto forti e profonde che vengono fuori nei momenti di crisi. Io penso che nel nostro Paese ci siano persone che fanno bene il proprio lavoro. Certo, non tutti de lo meritano.

(foto Giorgio Sottile)

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