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Le dichiarazioni

Michelle Hunziker sui commenti sessisti in Adrian: “Non li accetto, abbandono lo show”

Dopo un periodo di silenzio, la showgirl svizzera ha raccontato in un'intervista al "Corriere della sera" i motivi che l'hanno portata ad abbandonare il programma dedicato al cantante

Non si parla mai abbastanza di prevenzione e violenza sulle donne. In un momento in cui i femminicidi (specialmente in Bergamasca) sono in aumento (LEGGI QUI) è dovere di tutti cercare di cambiare la mentalità di uomini (ma anche di donne) che vedono il genere femminile come una proprietà da possedere e da incolpare per ogni reazione scatenata nel genere maschile. Servono posizioni dure e perentorie per decidere da che parte stare.

Michelle Hunziker lo sa bene e, infatti, per rimanere fedele ai suoi principi, ha deciso di lasciare “Adrian”, la serie animata di Adriano Celentano andata in onda su Canale 5 dopo anni di travagliato lavoro. E, dopo un periodo di silenzio, la showgirl svizzera ha raccontato in un’intervista al Corriere della sera i motivi che l’hanno portata ad abbandonare il programma dedicato al cantante milanese.

“C’è un momento in cui il protagonista (Celetano) salva due ragazze molto sexy, che sono state appena aggredite da un gruppo di malviventi che hanno cercato di stuprarle. Si rivolge a loro e duce: ‘Se aveste bevuto qualche bicchierino in meno forse avreste evitato l’increscioso approccio con quei tipi loschi'”, ha raccontato la Hunziker.

Un commento sessista che ha raggelato la showgirl bergamasca d’adozione, essendo lei presidente dal 2007 di un’Associazione, Doppia Difesa, creata con Giulia Bongiorno, che aiuta le donne vittime di violenza: “Il primo messaggio che diamo è che le vittime di violenza non devono mai sentirsi in colpa per nessun motivo. Il mio ruolo e i miei valori sono incompatibili con messaggi di questo tipo. E mi riferisco esclusivamente al cartone non al live.”

Una battaglia da parte della Hunziker che non si ferma con l’abbandono di Adrian, ma con il proseguo del progetto “Codice Rosso”, sempre all’interno di Doppia Difesa, che ora ha iniziato il suo cammino parlamentare: “La nostra proposta di legge dice che nell’arco di 72 ore dalla denuncia di una donna, perseguitata da un uomo, c’è l’obbligo di intervenire: il giudice deve sentire la vittima e occuparsi del caso. Il problema ora è che qualcuno ci vuole mettere mano perché sostiene che 72 ore sono poche. Voglio ribadire che 72 ore sono troppe! Non poche! Questo termine è perentorio. Se sale, ritiriamo la legge. Se una donna è in pericolo di vita, in 72 ore si può morire.”

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