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Il dossier dell'antimafia

Bergamo terra d’espansione dei clan, il mercato della droga in mano agli albanesi

La relazione della Dia: "Al Nord la metà dei finanziamenti mafiosi". Un euro riciclato su cinque in Lombardia

L’ultima relazione semestrale della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) in tema di criminalità organizzata dedica alla Lombardia un intero capitolo. È dove la ‘ndrangheta ha radicato una vera e proprio “camera di controllo in collegamento con la ‘casa madre’, funzionalmente sovraordinata ai locali presenti nella zona” scrivono gli investigatori.

Nel corso degli anni le indagini hanno tracciato la presenza di numerosi locali di ‘ndrangheta nelle province di Milano, Como, Monza Brianza, Pavia. Per quanto riguarda Bergamo, la relazione parla di “presenze non strutturate”.

Nelle oltre 500 pagine che compongono il documento, la Bergamasca torna in un paio di occasioni. Nel semestre in esame (gennaio-giugno 2018) gli investigatori delineano una “consistente presenza della criminalità albanese, non di rado a composizione parentale, attiva nel traffico di sostanze stupefacenti”. Una posizione di comando maturata grazie a una fitta rete sul territorio e rapporti diretti con le organizzazioni straniere. E – fattore non da trascurare – il mancato contrasto della criminalità italiana.

Come esempio viene citata un’operazione portata a termine l’8 marzo dai Finanzieri di Bergamo, a conclusione di un’indagine cominciata l’anno precedente. Quel giorno furono arrestate cinque persone di etnia albanese e maghrebina per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Seguendo la rotta Marocco-Spagna-Italia avrebbero importato 313 chili di hashish, sequestrati in due diverse operazioni a Verdello ed Antegnate. Due corrieri erano stati arrestati in flagranza, ma i finanzieri avevano ricostruito ruoli e responsabilità di tutti i promotori del sodalizio e denunciato altri 14 soggetti con incarichi di supporto logistico.

hashish

“Sempre in relazione al traffico di droga, nella provincia di Bergamo vi sono state pronunce giurisdizionali che hanno confermato l’operatività di cittadini pakistani nello spaccio di eroina”, prosegue il rapporto. Era il 23 gennaio quando il gip del Tribunale di Bergamo condannava 4 pakistani per aver attuato, in concorso tra loro, una sistematica importazione di quantitativi di eroina. L’indagine dei Finanzieri della Compagnia di Orio al Serio aveva svelato l’esistenza di un gruppo delinquenziale capace di movimentare dal Pakistan all’Italia, attraverso la Grecia, ingenti quantitativi di eroina destinati oltre che alla provincia di Bologna e Verona, anche a quella di Bergamo. “Lo scalo orobico – spiegano gli investigatori – era luogo di arrivo e di partenza per il rimpatrio dei corrieri ovulatori ad avvenuta consegna dello stupefacente”. Sotto sequestro finirono 1.800 grammi di eroina purissima, che sul mercato avrebbe reso circa mezzo milione di euro.

Ma questi, ovviamente, non sono gli unici esempi degni di nota. Il più recente (non contenuto nel rapporto perché risalente a nemmeno un mese fa) riguarda l’arresto da parte delle Fiamme Gialle di tre pericolosi pluripregiudicati, due campani e un lombardo: uno con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, un altro condannato per omicidio. Soggetti “connotati da spiccata capacità a delinquere, attivi sul territorio bergamasco” che avrebbero messo in piedi una frode fiscale da oltre 8 milioni di euro. A gennaio a procura aveva anche disposto un sequestro di beni per un valore complessivo di 10,6 milioni di euro e nell’operazione era rimasto coinvolto un noto ristorante di via XXIV Maggio. L’operazione – denominata ‘Crazy water’ – aveva ricostruito l’attività di una banda dedita a estorsioni, rapine, spaccio di stupefacenti e ricettazione. Tra le accuse anche quelle di lesioni, minacce e detenzione illegale di armi clandestine.

In Lombardia – fa notare la Dia – i reati di estorsione e riciclaggio sono i più “sintomatici di criminalità organizzata”: oltre 800 sui 1.000 evidenziati nel primo semestre del 2018. Non solo. Quasi la metà del riciclaggio si concentra al Nord (25.963 operazioni, il 46,37% del totale), in Lombardia il 20,87% di tutt’Italia. Un euro riciclato su cinque che circola nelle nostre province.

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