Zapatalantaaaaa…Il poker del Panterone ruba la scena. Il protagonista indiscusso allo Stirpe di Frosinone, dove i nerazzurri hanno giocato per la prima volta nella loro storia, è naturalmente lui, il colombiano. E che giocare!
Fosse stato un incontro di boxe, l’arbitro avrebbe dovuto sospenderlo dopo un quarto d’ora, più o meno. Sì, per manifesta superiorità di un’Atalanta che ha dominato e le cifre (possesso palla 68 per cento, 8 tiri in porta di cui 5 a bersaglio) sono solo un indizio di quanto sia stata schiacciante la prova dei nerazzurri, rispetto ai loro avversari. Più forti, troppo forti per personalità, per sicurezza e facilità nel governare una partita il cui risultato non è mai stato in discussione, dal momento in cui Mancini (l’erede di Caldara, già 5 gol ora come Gomez, Mattia ne aveva segnati 7 nel 2016-2017) l’ha sbloccata con un colpo di testa da perfetto centravanti. Il Frosinone in casa aveva appena fermato sullo 0-0 il Milan, aveva pareggiato con la Fiorentina e perso con la Juve solo negli ultimi 10′. È tornato indietro di quattro mesi, allo 0-5 subìto con la Sampdoria che ha Quagliarella, ora in lotta con Zapata e Ronaldo per il trono dei bomber della Serie A.
Gioca a memoria, la “Banda Gasp” ed è impressionante la regolarità nelle prestazioni, la capacità di far diventare ordinario quel che è straordinario. L’ultima puntata del 2018 era stato un incredibile 6-2 a Reggio Emilia col Sassuolo e il 2019 comincia con un altro cappotto, trattamento che ormai per Gasperini non è più una novità, perché 0-5 era finito anche un Genoa-Atalanta il 2 aprile 2017, al primo anno di Gasp, con tripletta di Gomez. In mezzo, tra Reggio Emilia e Frosinone, la vittoria in Coppa Italia, che non era proprio una formalità a Cagliari.
E l’Atalanta è ripartita da lì, dall’asse Pasalic-Zapata, i due bomber di Coppa: Pasalic fa l’assist a Mancini per il primo gol e poi scodella anche per Duvàn per il secondo, meritandosi la riconferma in nerazzurro. La forza del collettivo è tale che nel tabellino non compaiono nemmeno i nomi di Gomez e Ilicic, al servizio della squadra il Papu, lo sloveno sconsolato a litigare col gol e con Sportiello che, per quanto possibile, evita un’ulteriore imbarcata. Sarà forse che il portiere conosce bene Josip, suo compagno di squadra alla Fiorentina per qualche mese, due anni fa…
Comunque, o è bravo Zapata a farsi trovare, oppure i compagni hanno una specie di radar nel cercarlo per il gol, prima Pasalic e poi Djimsiti, poi Hateboer e infine Pessina, al cross per il terzo gol di testa del colombiano. Non solo: ci preoccupiamo perché manca Freuler (forse salterà la Roma, se non recupera in tempo), o perché in difesa non c’è Palomino? Il Frosinone fa solo il solletico ai nerazzurri, unico brivido un’incursione di Pinamonti sullo 0-3. Però rientra De Roon dopo l’infortunio, in scioltezza, lo stesso fa Djimsiti, confermato al centro della difesa e in panchina intanto restano due che fino a qualche settimana fa sembravano insostituibili, cioè Masiello e Palomino. Così come resta fuori Gosens che pure ha avuto un periodo brillante, ma ora è il momento di Castagne…
Certo, l’avversario non proprio irresistibile si prestava anche per qualche variante, ma prima ti devi assicurare i tre punti. E l’Atalanta è ormai abituata a spingere e attaccare sempre, anche sul tre o quattro a zero. Solo a quel punto s’è visto anche Kulusevski, 18 anni svedese, debutto in Serie A per ridare fiato a De Roon e subito lanciarsi anche lui in avanti, o l’esordio del polacco Reca, negli ultimi dieci minuti per Djimsiti, mentre prima aveva avuto spazio Pessina.
Con la Roma domenica prossima e la Juve mercoledì 30 in Coppa Italia saranno le ultime partite in cui ci sarà anche il “fastidio” del mercato: perché i gioielli nerazzurri fanno gola a tanti e intanto aumentano il valore, da Mancini a Zapata. Teniamoli stretti, come è stato già blindato mago Gasp. Sognare la Champions sarà forse troppo, chissà. Ma questa Atalanta ci fa davvero divertire.
commenta