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Arti marziali Khawam

Khawam

Gli stili tradizionali del Wushu Kung Fu

Nelle scorse settimane abbiamo visto che la prima grande distinzione da fare quando si parla di Wushu Kung Fu è tra gli stili tradizionali e quelli moderni.

Nelle scorse settimane abbiamo visto che la prima grande distinzione da fare quando si parla di Wushu Kung Fu è tra gli stili tradizionali e quelli moderni. Questi ultimi sono di fatto una rivisitazione di quelli tradizionali con la creazione di nuove forme (Taolu), sia a mani nude che con armi, sviluppando maggiormente le componenti coreografiche ed atletiche in modo che potessero essere usate a fini didattici nelle scuole e nelle competizioni sportive. Nel settore Sanshou (combattimento libero) la pratica è finalizzata al solo combattimento libero con l’avversario a differenza del settore Taolu dove i combattimenti sono simulati e non avviene contatto fisico.

Wushu Kung Fu

Il Wushu Kung Fu tradizionale (传统武術 chuantong wushu) affonda le sue radici in tempi antichissimi, nasce dall’osservazione del movimento degli animali ed è arrivato fino a noi perché tramandato da maestro ad allievo per generazioni.

Originariamente era usato soprattutto come addestramento marziale (anche se come abbiamo detto in precedenza, la pratica veniva consigliata anche ai civili come per acquisire dignità “nell’aspetto e nelle maniere”). Con la rivoluzione culturale di Mao invece, iniziò ad essere praticato come attività sportiva, per un allenamento del corpo e per un benessere più generale della persona, sia fisico che mentale/spirituale, a discapito delle applicazioni marziali che vennero per la maggior parte tolte, proprio per evitare che il popolo fosse in grado di ribellarsi e difendersi. Mao aveva vietato la pratica degli stili tradizionali e puniva con la morte chiunque non avesse rispettato tale veto. I maestri quindi si ritrovarono con i loro allievi a praticare le antiche arti marziali in segreto per non perdere le conoscenze apprese in millenni di storia e poterle continuare a tramandare alle generazioni successive.

Il Wushu Kung Fu tradizionale comprende centinaia di stili (menpai 門派), e la loro catalogazione risulta molto difficile proprio per la tradizione orale che ne caratterizza la loro divulgazione. Solo negli ultimi secoli gli storici cinesi sono arrivati a suddividerli per la loro provenienza geografica (Nord e Sud) e per il tipo di tecnica che li caratterizza (stili interni e stili esterni).

Molti stili vengono nominati Quan (pugno, pugilato, boxe: Shaolin Quan, Hua Quan, Baihe Quan, Wuzu Quan…) e la prima differenza che possiamo fare è proprio rispetto alla posizione geografica. Il riferimento da prendere per individuare Nord e Sud è il Fiume Azzurro (Chang Jiang, letteralmente Fiume Lungo conosciuto anche come Yangtze) che è considerato il confine naturale tra la Cina Settentrionale e quella Meridionale. Un’altra caratteristica tra le scuole del Nord e quelle del Sud è nella tecnica usata: Chang Quan (Pugno Lungo) per gli stili del Nord, caratterizzati da movimenti molto ampi e fluidi, posizioni basse e maggior uso di salti e calci, e il Nan Quan (Pugno del Sud) per gli stili del Sud che si differenziano per i colpi più vigorosi e potenti, e un uso più intenso delle braccia. Queste differenze tecniche sono probabilmente legate al territorio in cui si sono sviluppate: le zone rocciose e scoscese del Nord hanno favorito movimenti dinamici e la ricerca di fluidità, le risaie del Sud e la forte presenza d’acqua invece hanno fatto sì che si riducesse l’uso di calci e salti a favore di una maggior stabilità e staticità.

Wushu Kung Fu

Oggi il Chang Quan e Nan Quan sono stili moderni (introdotti dopo la Grande Rivoluzione Culturale cinese) ma in passato questi stessi termini identificavano un insieme di stili appartenenti alle aree geografiche a Nord e a Sud appunto del fiume Yangtze, anche se di fatto, per i cinesi stessi, questa è una definizione poco usata.
Uno degli stili esterni più noto ai praticanti di arti marziali e dal quale derivano direttamente o indirettamente tutte le arti marziali è lo Shaolin Quan (少林拳 Pugno della giovane foresta) dei monaci guerrieri dell’omonimo tempio nella provincia di Henan, uno stile che come abbiamo detto per il Tai Ji Quan, risulta essere adatto a tutti e a ogni fascia d’età. La più famosa definizione di questo stile è stata data da Wu Yan che afferma: “lo Shaolin è un capolavoro concepito dall’intelligenza collettiva dei monaci del tempio Shaolin”. Anche per questo stile dedicheremo un intero articolo nelle prossime settimane, per poter approfondire meglio gli aspetti che lo rendono una delle arti marziali più conosciute al mondo.

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