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Lo spettacolo

Al Teatro Sociale la Tosca di Puccini, l’opera dei “per sempre”

Ha superato la prova a pieni voti il debutto bergamasco di Tosca nella serata di venerdì 19 ottobre

Ha superato la prova a pieni voti il debutto bergamasco di Tosca nella serata di venerdì 19 ottobre al Teatro Sociale. Tra le più celebri opere di Giacomo Puccini, fu eseguita per la prima volta il 14 gennaio del 1900, destinata a diventare un intramontabile capolavoro. Come per sempre è l’amore tra Tosca e Cavaradossi, i protagonisti, interpretati dal soprano Virgina Tola e dal tenore Luciano Ganci. “Mia vita, amante inquieta, per sempre ti dirò: t’amo Floria!”, canta il cavalier Cavarodossi alla sua amata e anche questa volta abbiamo avuto la prova che sarà così. I due interpreti hanno saputo dare la giusta dimensione al legame dei loro personaggi, così passionale, profondo e inscindibile.

Tosca è l’opera dei “per sempre”, una promessa che si ripete ad ogni esecuzione. È l’eterno conflitto tra il bene, l’amore dei due protagonisti, ed il male, incarnato dalla figura del barone Scarpia (Angelo Veccia). Spietato, malvagio e amante del sadico, Scarpia è stato ben impersonato da Veccia fin dalla prima entrata in scena. Ma è nel “Te deum” che si scopre la portata del personaggio. È stato uno dei momenti più amati della rappresentazione, solenne e suggestivo. Il merito va sicuramente alla bacchetta di Valerio Galli, alla regia di Andrea Cigni e al lavoro di qualità di scenografia, costumi e luci.

Tosca è opera e donna intramontabile. Presente in tutti i tre atti del melodramma, è il cuore pulsante di tutto lo spettacolo. L’arte e il palcoscenico le appartengono. Cantante, amante, eroina inarrivabile e imperfetta al tempo stesso: Tosca è la figura di cui ogni donna si sente parte. È la donna protagonista della propria vita, che non teme di nascondere le proprie insicurezze, gelosa, dolce e passionale. La fragilità che la connota si trasforma in coraggio e forza nel secondo atto, coraggio che diventa forza barbara pur di liberarsi dai ricatti e dalle torture del perfido Scarpia.

La storia di Tosca e Cavaradossi è nota ai più, ma, con il benestare del maestro Puccini, ci è concesso immaginare un lieto fine. Possiamo pensare ad una seconda possibilità, una dimensione – non necessariamente terrena – in cui i due potranno tornare ad amarsi, per sempre, fra canto e arte.

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