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Il coordinatore regionale

Studenti in manifestazione anche da Bergamo: “Diritto allo studio, diritti al futuro”

Luca Redolfi, coordinatore regionale dell'Unione degli Studenti, spiega il perchè della protesta del 12 ottobre e annuncia: “Il 16 novembre ci sarà un'altra mobilitazione"

Il 12 ottobre migliaia di studenti sono scesi in piazza per “dare una scossa”. Molteplici le tematiche toccate: diritto allo studio e edilizia scolastica sono stati al centro della protesta.

“Il 71% delle scuole non rispetta norme antisismiche, il 58% non rispetta quelle antincendio , il 33% è a rischio di crollo. Nonostante ciò con il decreto scuole sicure si sono voluti investire 2,5 milioni di euro in un progetto che prevede di mettere telecamere o la polizia fuori dalle scuole per evitare lo spaccio. Che sicurezza è questa? La sicurezza è mettere telecamere o fare in modo che la scuola non ci crolli in testa?- si interroga così Luca Redolfi, coordinatore regionale dell’Unione degli Studenti, e poi continua – Il problema della droga non si affronta fuori dalla scuola ma piuttosto all’interno delle aule. Inoltre il governo crea maggiore esclusione con polizia e daspo urbano. L’edilizia scolastica è una priorità nel nostro paese: servono almeno 14 miliardi per mettere in sicurezza tutte le scuole d’Italia!”

Sommando i costi dei libri, materiale scolastico e trasporti il diritto allo studio è appannaggio di alcuni. Queste spese sono spesso motivo di dispersione scolastica a livelli elevati, in Lombardia al 13%.

Redolfi spiega “Dal 2001 la delega sul diritto allo studio è passata dallo stato alle regioni quindi ci sono regioni che si occupano di come gestire il diritto allo studio. La dote scuola dovrebbe essere quello strumento della Lombardia che garantisce il diritto allo studio. La nostra regione però finanzia maggiormente le scuole private dando a queste 20 milioni piuttosto delle pubbliche alle quali vengono invece dati 11,1 milioni. Inoltre può accedere alle agevolazioni solo chi ha un Isee inferiore a 42.000 euro nelle private e inferiore a 15.500 nelle pubbliche.”

A livello nazionale inoltre gli studenti sono scesi in piazza anche per chiedere la revisione della didattica nelle scuole.
“Punto di critica è l’alternanza scuola lavoro che dovrebbe essere una modalità innovativa, dovrebbe – contesta il coordinatore – Proponiamo perciò l’approvazione di uno statuto e di un codice etico all’interno dell’alternanza che impedisce ai ragazzi di lavorare per aziende mafiose o che non rispettano le norme ambientali. Vorremmo inoltre che ci sia una commissione paritetica costituita metà da studenti e metà da professori.”

Gli studenti si sentono di fronte (e immersi) in una scuola che, nonostante gli avanzamenti di carattere pedagogico, è rimasta ancorata ad un’unica modalità di lezione cattedratica e chiedono una didattica inclusiva e innovativa che formi menti pesanti e coscienze critiche e non automi competitivi già asserviti al precariato del mondo del lavoro. “Per quanto si parli di governo del cambiamento si sta comunque mantenendo una politica che è completamente uguale a tutti i governi precedenti che hanno tagliato i fondi. Il 16 novembre ci sarà un’altra mobilitazione.”

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