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A molte fedi

Gad Lerner: “Bergamo è magnifica, ma non priva di disuguaglianze”

La riflessione economica tenuta dal giornalista Rai Gad Lerner lunedì 17 settembre nell'aula magna dell'ex Chiesa di Sant'Agostino in Città Alta

Un viaggio lungo la frontiera più antica del mondo, quella tra ricchi e poveri, costruita dal muro delle disuguaglianze di trattamento e faide tra indigenti. Parte da qui la riflessione economica tenuta dal giornalista Rai Gad Lerner lunedì 17 settembre nell’aula magna dell’ex Chiesa di Sant’Agostino in Città Alta.

Presente, insieme al rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, una numerosa folla che ha fatto registrare il tutto esaurito.

“Bergamo è una città dai luoghi magnifici – esordisce il giornalista – ogni anno scopro posti nuovi e misteriosi, ma la frattura sociale costruita dalle disuguaglianze economiche è presente anche nella bergamasca. L’impoverimento dei lavoratori produce una diversificazione, forma dei ghetti chiusi composti da lavoratori in condizioni miserabili: non parlo solo di chi lavora nei campi, manodopera soprattutto africana che raccoglie arance, pomodori o lavora nei vigneti, le cui condizioni si possono definire di “schiavismo”. Insieme a loro ci sono i racconti di vita degli operai delle grandi distribuzioni, molto presente in questa zona, dove i lavoratori vengono messi ai margini della società, conseguenza miserabile riservata a chi non ha studiato, a chi non si è elevato. Ma non è così, perché oggi la precarietà delle condizioni lavorative raggruppa folle di laureati”.

Gad Lerner

Lerner ci mostra gli scenari della disparità più assoluta, guardando prima la vita dura dei lavoratori messicani sfruttati dagli Stati Uniti dall’altra parte della barriera, per poi attraversare l’oceano arrivando nella terra martoriata del Senegal che fa ancora i conti con l’Universo schiavista.

Ma in Italia, terreno da sempre consumato dalle diversificazioni economiche e sociali, si assiste al fenomeno della delocalizzazione inversa, con l’impresa pubblica in subappalto che costruisce la Babele dei trattamenti diversi in base alla provenienza. Tra carpentieri italiani e albanesi, lavoratori nello stesso cantiere, c’è un dislivello in bustapaga di un netto di circa 1500 euro.

Gad Lerner

“Così nella battaglia tra poveri, dove la meritocrazia perde il valore democratico, dove operai e laureati dividono lo stesso armadietto, l’unica soluzione per crescere sembra limitare il perimetro – prosegue Gad Lernered essendo diventata la torta più piccola a mangiare devono essere primi gli Italiani. Gli esperti di disuguaglianze analizzano proprio questo: non ci sentiamo offesi dallo stipendio di Ronaldo, ma proviamo ammirazione per chi ha grandi redditi, invece chi è medio povero combatte tra i suoi simili. Per migliaia di anni abbiamo considerato normali uomini schiavi, in quanto destinati a essere tali. Anche se nell’antichità la schiavitù non dipendeva dall’etnia era, ci si può facilmente riabituare a questa mentalità di disuguaglianza estrema e naturale”.

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