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L'intervista

Il giovane Luca Tombini, campione del Mondo di Biketrial, racconta la sua più grande passione

Luca ci racconta la sua determinazione e dedizione per quello sport che gli ha regalato la Coppa del Mondo, il biketrial

“Lo sport è sacrificio, qualsiasi cosa per la quale si rinuncia è sacrificio: il sacrificio di non permettersi pause
dall’allenamento, di rinunciare a volte ad uscire con gli amici, di precludersi talvolta nuove esperienze per
inseguire un sogno. Il sacrificio è alla base del successo in ogni cosa, nello sport come nella vita. E’ sapere
che tutti i tuoi amici sono in vacanza e tu invece sei ancora sulla bici, 2/3 ore al giorno sotto il sole a sudare
e a faticare, oggi, domani e dopodomani.”

Così il 23enne Luca Tombini, di Treviolo e studente di Lingue e Letterature straniere all’Università di Bergamo, ci racconta la sua determinazione e dedizione per quello sport che gli ha regalato la Coppa del Mondo, il biketrial.

Tutto iniziò alcuni anni prima, in quel 2010 che cambiò per sempre la sua vita: una visita consueta con il padre all’EICMA, dove ogni anno vengono esposti cicli e motocicli, nel quartiere milanese di Rho. Fu un
colpo di fulmine quando vide esibirsi Walter Belli in uno show di bike trial, tanto che fu spinto immediatamente a vedere video su Youtube di quella attività sportiva: atleti che scalano piattaforme disposte ad altezze mozzafiato per poi lanciarsi in velocità e librare nel vuoto col la loro bike trial o rimanendo in bilico su ceppi, ruote, pali ecc. in mezzo a scenari naturali… uno spettacolo grandioso e avvincente per un ragazzo nel pieno dell’adolescenza.

Un’emozione forte che l’ha colto in pieno: “A casa cercavo di imitare le mosse degli atleti con una mountain bike- ci racconta-e da lì a poco mi hanno preso la mia prima bike trial!”.
Ma il bike trial è uno sport così rischioso?

“Lo reputo uno sport dove il rischio c’è ma è controllato, cioè chi pratica questo sport ha imparato col tempo a cadere o a scendere dalla bici da grandi altezze senza incorrere in gravi rischi per il corpo. Inoltre la componente del pericolo rende il tutto più divertente e stimolante, almeno per me. Il segreto sta nel conoscere i propri limiti e nell’affidarsi a persone che ti diano sicurezza durante i passaggi più pericolosi e mantenere la calma, perché spesso è la fretta o la paura a farti sbagliare o cadere.”

Luca ha continuato così a fare molta pratica e molta fatica nel “Capannone”, seguito da due grandi campioni della disciplina, Andrea Riva e Luca Berizzi, fino a quando arriva il giorno della sua prima gara, una gara molto prestigiosa: il Campionato Italiano di Legnano, al quale partecipa nella categoria promoter, quella in cui il percorso è facile. Impressionante è il fatto che quello stesso giorno non ha solo gareggiato ma anche ha vinto, ha vinto la paura e l’esitazione, che prendono il sopravvento quando ci si butta in una nuova avventura, ha vinto il campionato italiano di bike trial a soli 15 anni.

La domanda è sorta spontanea: cosa hai pensato appena hai alzato la Coppa del Mondo in Spagna nel 2017 e cosa ha rappresentato per te quella grande vittoria?

“Ero molto felice e allo stesso tempo molto confuso, ma capii che quella poteva essere la mia strada, il mio sport.” E tanto di cappello quando ha risposto che per lui essere campione del mondo è sì un arrivo, ma anche una partenza: “E’ la fine di un’era e l’inizio di una nuova. E’ un traguardo spettacolare, ma allo stesso tempo una porta verso nuove esperienze, verso il continuo miglioramento.”

Da allora Luca continua imperterrito a esercitarsi in quello che è diventato davvero il suo sport, con ancora più passione e caparbietà di prima, perché la vittoria di alcuni anni fa gli ha dato nuovi stimoli per misurarsi con sé stesso per le prossime gare, in vista dei prossimi Mondiali. Ultimamente si è classificato quarto nella
categoria più importante (Elite) al Campionato Europeo di quest’anno, disputatosi in Repubblica Ceca. E ora è anche a caccia di una nuova impresa: tenterà di conquistare il podio anche nella massima categoria internazionale al suo primo tentativo.

La tenacia e il desiderio di migliorarsi hanno ripagato i tanti sforzi di questo ragazzo e a quanto pare sono
sempre vivi, ma al contempo la sua esperienza vuole essere anche da esempio per chiunque altro: “Di sicuro consiglio di non rimanere con le mani in mano ma di buttarsi e di impegnarsi in qualsiasi sport, non
necessariamente nel bike trial, perché oltre a darti soddisfazioni personali ti fa vivere meglio e ti apre la mente… con un ‘non ce la farò’ non si va avanti, mentre con tanta determinazione e voglia di fare si va ovunque!”

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