Al verso della tavola si legge in alto al centro la scritta Andrea Mantegna in una bella grafia capitale, tracciata a penna o con un sottile pennello, che sembrerebbe coeva al dipinto. Apparentemente automatico risalire all’autore, ma le strade della storia e dell’arte non sempre sono semplici e le alterne fortune di un’opera, o della sua attribuzione, portano ad altri tragitti e così, per molti anni, la tavola è stata considerata alternativamente di bottega, del figlio del maestro o copia coeva.
I recenti studi, realizzati in concomitanza con la pubblicazione di Accademia Carrara, Bergamo Dipinti Italiani del Trecento e del Quattrocento Catalogo Completo – Officina Libraria Editore – e curati da Giovanni Valagussa (storico dell’arte e conservatore della collezione Carrara), riportano però alla strada maestra dichiarando la paternità de Resurrezione di Cristo ad Andrea Mantegna e datando l’opera al 1492-1493 circa.
Una piccola croce sul margine inferiore della tavola porta con sé la risoluzione di questa lunga e tortuosa storia di attribuzioni, vere o presunte. L’attenta osservazione diretta dell’opera ha infatti permesso di riconoscere l’alto livello qualitativo della pittura, riconducibile già di per sé al Maestro, ma come capita con opere e autori di tale portata, necessario avere una prova certa. Le ricerche si sono sviluppate in questo senso alla ricerca di una parte tagliata e l’ipotesi che la tavola dovesse svilupparsi in altezza è stata ora confermata ed è riprova dell’attribuzione: la piccola croce è dunque la chiave e se ne desume che la Resurrezione di Accademia Carrara è un dipinto di Andrea Mantegna.
Dopo la straordinaria attribuzione della tavola a uno dei grandi maestri della pittura italiana, doveroso l’impegno di Accademia Carrara dedicato al restauro dell’opera. La Resurrezione si trova in uno stato di conservazione ancora difficile da valutare appieno e che apparirà meglio nel corso dei lavori di restauro. Attualmente il dipinto, infatti, presenta una superficie scurita da una verniciatura vistosamente ingiallita, che vira la gamma cromatica verso il bruno. Queste indagini, coordinate dal responsabile della Diagnostica per Immagini di Humanitas Gavazzeni, dottor Enzo Angeli, permettono di orientare, con le maggiori e più aggiornate informazioni possibili, il prossimo lavoro di pulitura e restauro.
“È un restauro molto interessante – ha dichiarato Giovanni Valagussa, conservatore di Accademia Carrara, nel corso della presentazione della collaborazione tra Fondazione Accademia Carrara e Humanitas Gavazzeni – Metteremo in atto le migliori indagini scientifiche possibili, per ottenere il migliore dei risultati. Verranno realizzati due esami differenti e fondamentali per il successivo lavoro che verrà realizzato dai restauratori: radiografia e TC.”
“L‘indagine radiologica sarà indagare la tecnica usata da Mantegna, far emergere eventuali stesure sottostanti, oltre a valutare la presenza di anomalie del supporto ligneo, quali chiodi, fratture o cunicoli di tarli – ha precisato Enzo Angeli – Grazie a una opportuna pesatura dei raggi emessi e alla successiva elaborazione delle immagini, sarà possibile osservare in trasparenza la tavola e studiare, insieme al supporto ligneo, anche il film pittorico, secondo valori di chiaroscuro che dipenderanno dallo spessore e dalla composizione chimica dello strato pittorico stesso. Con la TC, invece, otterremo la ricostruzione in 3D del supporto ligneo utilizzato dall’artista, alla ricerca di irregolarità e possibile tarlature del legno, ma anche al fine di verificare presenza e precisa morfologia di eventuali parti metalliche.”
Nel corso del pomeriggio di sabato 21 luglio si sono svolte le indagini scientifiche sulla Resurrezione e il “paziente”, nel corso degli esami, si è comportato egregiamente, come, con grande ironia, hanno commentato gli esperti presenti. Tra la fotografia del supporto ligneo, con le sue qualità, debolezze e anomalie, e del codice di assorbimento dei raggi X in base alla composizione chimica presente nel pigmento, è possibile andare a ritroso nel tempo, scoprendo e toccando con mano la genesi di un capolavoro, la cui scoperta non smette di entusiasmare gli amanti della storia dell’arte (e non solo) e che mette in collaborazione le eccellenze bergamasche. Dallo studio del legno (un pioppo, di eccellente qualità) a quello dei pigmenti, le indagini realizzate dalla Gavazzeni saranno fondamentali per la realizzazione di un eccellente restauro che riporterà alla luce colori e profondità ancora nascoste.
“Grazie a questo connubio tra arte e scienza – ha concluso Maria Cristina Rodeschini, direttore dell’Accademia Carrara – entro sei mesi il restauro verrà completato e nel 2019 siamo fiduciosi di realizzare la ricongiunzione tra la Resurrezione e la Discesa di Cristo al limbo, tavola già a Princeton nella collezione di Barbara Piasecka Johnson e che costituisce la parte inferiore nel ‘Mantegna ritrovato’. Dopo le indagini realizzate alla Gavazzeni, il restauro verrà continuato in Carrara e speriamo di poterlo rendere visibile al pubblico.”
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