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Take care

Habilita

Tutte le competenze dello specialista in otorinolaringoiatria

Nella percezione comune quando si parla di questa figura si è soliti pensare allo specialista che si occupa di naso, orecchie e gola. Una definizione di questo tipo, però, risulta alquanto riduttiva e imprecisa.

Nella percezione comune, quando si parla della figura dell’otorinolaringoiatra, si è soliti pensare che si tratti dello specialista che si occupa di naso, orecchie e gola. Una definizione di questo tipo risulta alquanto riduttiva e imprecisa in quanto i campi in cui spaziano le competenze dell’otorino sono molto più vasti e complessi.

Per avere un quadro più completo ci rivolgiamo al dottor Diego Barbieri, otorinolaringoiatra di Habilita che visita i suoi pazienti in Habilita Poliambulatorio San Marco a Bergamo in piazza della repubblica 10, all’Ospedale Faccanoni di Sarnico e in Habilita Poliambulatorio di Clusone. “Cominciamo col dire che l’otorinolaringoiatra è anche e soprattutto un chirurgo della testa e del collo che si occupa della patologia chirurgica di questi distretti corporei, ed in particolar modo della patologia oncologica di questa sede”.

Facciamo un esempio concreto. “D’accordo. Parliamo dei tumori della tiroide, patologia che mi appassiona da tempo – prosegue il dottor Barbieri. Oltre ai tumori del cavo orale, delle ghiandole salivari, della laringe e dei seni paranasali, uno degli ambiti di interesse dello specialista in otorinolaringoiatria è proprio quello della chirurgia tiroidea. Tutte le patologie di interesse chirurgico della tiroide dovrebbero infatti essere valutate da un chirurgo che si dedichi specificatamente alla chirurgia del collo, sia esso un chirurgo generale o un otorino, in quanto si tratta di una chirurgia di precisione che richiede un’attrezzatura sofisticata, utilizzata soprattutto a tutela del paziente (monitoraggio dei nervi ricorrenti su tutti). E’ bene sottolineare come queste figure lavorino sempre in equipe con altre figure professionali, come l’endocrinologo da cui dovrebbe sempre partire l’indicazione alla tiroidectomia. Il passo successivo prevede l’intervento del chirurgo o, appunto, dell’otorino. Nel caso di un paziente affetto da tumore della tiroide bisogna ricorrere nella quasi totalità dei casi a una tiroidectomia totale, ovvero alla rimozione di tutta la ghiandola, mentre in alcuni casi selezionati ad una emitiroidectomia, ovvero solo a metà ghiandola. In entrambi i casi è di fondamentale importanza la ricerca e la preservazione di due strutture anatomiche importanti, i nervi ricorrenti e le paratiroidi. I primi sono i nervi che decorrono dietro la ghiandola e sono deputati all’innervazione della laringe e delle corde vocali; una loro sezione comporterebbe un’alterazione della voce nei casi più gravi anche problemi respiratori. Per questo motivo oggigiorno bisognerebbe sempre usare il monitoraggio intraoperatorio dei nervi ricorrenti. Le paratiroidi invece sono generalmente quattro piccole ghiandole posizionate dietro la tiroide che vanno riconosciute e lasciate nel campo per evitare problematiche di ipocalcemia”.

“Nella patologia oncologica della tiroide- continua il dottor Barbieri – è prevista inoltre nella maggior parte dei casi la rimozione dei linfonodi posizionati dietro la tiroide e attaccati ai nervi ricorrenti (definiti appunto ricorrenziali) e in un buon numero di casi anche dei linfonodi del distretto latero cervicale (ovvero i linfonodi presenti nei due lati del collo): soprattutto in questo ultimo caso l’otorino è il chirurgo di riferimento. Ancora una volta, nella rimozione dei linfonodi ricorrenziali bisognerebbe essere sempre dotati di monitoraggio intraoperatorio dei nervi ricorrenti; nel secondo caso è indispensabile preservare tutte le strutture che ci sono in questa area: fasce vascolo nervoso (ovvero carotide, giugulare, nervo vago) nervo spinale, plesso brachiale, nervo frenico, dotto toracico”.

Una volta che la tiroide viene rimossa, che problemi possono sorgere per il paziente? «La tiroide produce l’ormone tiroideo.Il dottor Barbieri conclude: “Chi subisce la sua rimozione andrà incontro a terapia sostitutiva: ciò significa che si dovrà trovare il dosaggio corretto dell’ormone tiroideo che viene somministrato giornalmente al paziente. Si tratta di una terapia cronica – conclude il Dr. Barbieri – ma si agisce fornendo all’organismo la stessa identica sostanza che produce la tiroide, quindi non ci sono problemi per la salute dell’individuo”.

Per informazioni e prenotazioni
T 035 4815515
www.habilita.it

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