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Il progetto

L’eroismo del fare impresa: cinema e comunicazione in “Imprenditeroi”

Alexandra Gazzola (Incrementum) e Alberto Nacci (AJP Studios) sono i due fautori di "Heroes Imprenditeroi", iniziativa in collaborazione con il Point di Dalmine che tenta di integrare con qualcosa di nuovo la tendenza della tecnologia industria 4.0 mettendo appunto al centro la Persona.

Senza preamboli partiamo dal titolo che vorremmo dare al nostro articolo, non banale ma fondamentale. Identifica quello che, a un mese di distanza dal lancio, ha tutta l’aria di diventare un progetto forte e di successo.

(Alexandra Gazzola) Ne siamo sicuri. Il 17 maggio scorso, grazie anche al POINT (Polo per l’Innovazione Tecnologica della provincia di Bergamo) di Dalmine è stata presentata al territorio quella che per noi è un’idea. Heroes – Imprenditeroi è un progetto che nasce insieme alla considerazione che, in questo momento storico, essere imprenditori significa essere eroi. Oggi per fare qualcosa serve coraggio, ecco il perché di questo neologismo classico. Il progetto vede protagonisti gli imprenditori e le sfide che ogni giorno devono affrontare le loro imprese. Noi abbiamo voluto dare voce al loro valore, far uscire quell’eroe kalòs kai agathòs (bello e buono) che c’è in loro, strizzando l’occhio all’aspetto mitologico, ma dando risalto al loro essere nobili e valorosi umani.

Alexandra Gazzola (Incrementum) e Alberto Nacci (AJP Studios) sono i due fautori di questa iniziativa che tenta di integrare con qualcosa di nuovo la tendenza della tecnologia industria 4.0 mettendo appunto al centro la Persona. Abbiamo avuto la fortuna e il piacere di confrontarci con loro per cercare di capire perché e quanto sia importante oggi celebrare la propria impresa.

A freddo, Imprenditeroi in tre parole chiave?

(Alexandra Gazzola) Così senza pensarci? Imprenditeroi è “relazione”, “socialmente rilevante”, perché valorizza l’uno nella collettività, e “ambizioso”.

(Alberto Nacci) Io aggiungerei “consapevolezza”, “credibilità”, “comunicazione”. Noi stessi ci siamo affidati a queste parole.

Alberto Nacci, Lei viene dall’ambiente cinematografico. Cosa l’ha spinta a dire sì a questo progetto?

Il progetto è nato per caso, durante un workshop sulla Comunicazione di impresa. Allora decisi di coinvolgere Alexandra e durante un’intervista uscì allo scoperto questo teorema sugli imprenditori. Ne abbiamo riparlato e abbiamo capito subito che per entrambi la persona era e doveva essere il centro indiscusso della questione.

Qual è la forza della vostra collaborazione?

(Alexandra Gazzola) Incrementum è una società di consulenza. Con questo progetto abbiamo voluto porre l’accento sulla persona per far vedere chi è l’imprenditore. Non cosa fa. Alberto è un regista che lavora abilmente sul tema, la persona è al centro della strategia e la mostra con grandissima sensibilità e attenzione. Oggi sappiamo che tutto passa attraverso la visibilità mediatica e digitale: era fondamentale non perdere la parte emotiva. Il cinema in questo senso ha una marcia in più rispetto al video audiovisivo. Cattura l’essenza della persona mettendola a parlare di sé, della propria vocazione, delle idee, le scelte e le speranze.

(Alberto Nacci) È questo il nucleo al quale abbiamo voluto dare voce. Io rappresento la punta di un iceberg, e con le mie riprese, che durano anche più di due ore nonostante i corti siano poco più di due minuti, i nostri imprenditori arrivano a mettersi in gioco, ci mettono la faccia e il cuore. Mi piace pensare che, dopo i vari incontri fatti con Incrementum per riflettere su come ottimizzare i propri progetti, loro sappiano di non avere nulla da dimostrare. Devono “solo” aver voglia di spogliarsi di una certa timidezza e buttarsi. Nel mio studio c’è tutta la parte visiva che ha a cuore Imprenditeroi, dove non ci sono né marchi né progetti, solo i loro visi e le loro emozioni.

Dunque stiamo parlando di una cultura del fare impresa o di uno strumento a favore della figura dell’imprenditore?

(Alexandra Gazzola) Entrambi. Ci auguriamo che questo progetto, che si snoda su più livelli, sia un modo per dire basta ai troppi individualismi in Italia. Serve più relazione tra le persone. È troppo importante parlare con i collaboratori e i clienti per esporre i propri contenuti. Si deve ottenere fiducia spogliandosi di certe barriere che ci bloccano. Essere semplicemente come si è. Forse pensare meno al fare per dedicarsi maggiormente all’essere. Dire “io sono questo qui”. Vedi, non è assolutamente vero che in Italia abbiamo problemi di comunicazione. No. Si hanno problemi di relazione. Paradossalmente siamo tutti interconnessi col mondo che ci circonda, ma spesso non riusciamo a metterci veramente in relazione tra di noi. Non riusciamo a sollevare la testa dal cellulare e fermarci a guardare l’altro negli occhi una frazione di secondo in più.

(Alberto Nacci) Mi lego a quanto Alexandra ha detto sulla fiducia. Credo che gli imprenditori possano sfruttare questo nostro format a favore della propria azienda. È, come ho detto poco fa, un qualcosa in cui si mettono in gioco corpo e anima. Questo produce affidabilità e quindi solidità. Stiamo parlando di un progetto che non ha a che vedere direttamente con l’immagine dell’azienda (come brand), ma converrete con noi che l’impresa ne trae vantaggi. Io sono abituato a lavorare con gli attori, che si immedesimano nella parte e non hanno i pensieri e le ansie che caratterizzano invece gli imprenditori. Bellissimo è stato rendersi conto che con questo canale si apre una porta alla relazione. Io imprenditore devo ottenere una relazione prima che il dialogo diventi business. Questi cortometraggi ne sono la prova, perché mostrano questi eroi nella loro accezione più umana, avvicinandoli al cliente, ai partner, e, se visualizzati da molti, ad un pubblico ben più vasto. Sono una tappa di tutto il percorso.

Ma perché le piccole e medie imprese non devono perdere l’opportunità di avvicinarsi al vostro progetto?

(Alberto Nacci) Per noi è stato come “lanciare un sasso in uno stagno”. Durante la presentazione, con una regia accattivante costruita con pillole video e con un’introduzione in stile cinematografico, abbiamo stimolato l’attenzione e l’emozione del nostro pubblico. Siamo riusciti nell’intento di arrivare al loro cuore: è allora che arriva la domanda più importante. “Cosa volete vendere?”, perché questo è il vero nocciolo della questione. Noi lavoriamo sulla persona perché l’imprenditore è qualcuno. Gli diamo risalto mostrando chi è, ma deriva da un percorso fatto di incontri che mirano a migliorare e aiutare l’azienda nella crescita. In altre parole il video è un risultato in grado di creare quella relazione che diventa poi dialogo commerciale.

(Alexandra Gazzola) Assolutamente, noi li affianchiamo e li aiutiamo a organizzarsi per crescere meglio e più velocemente, facendo leva sui loro punti di forza, ma sarei felice anche se gli imprenditori vedessero il nostro progetto come un’opportunità di fare rete. Di confrontarsi da pari, creando una familiarità, una “tavola rotonda” imprenditoriale, che dica addio alla solitudine e guardi maggiormente all’interazione con chi è simile a noi.

Pare quindi che siate già riusciti a riscontrare entusiasmo dopo il lancio del progetto.

(Alberto Nacci) In primis nei nostri primi tre protagonisti. Sono tornati in studio dopo la registrazione dei video e, vedendo l’esito, si sono scoperti emozionati. Così come gli ospiti alla presentazione il 17 maggio. Abbiamo avuto la conferma che il nostro strumento è valido.

(Alexandra Gazzola) È stato un impatto soddisfacente anche grazie alla presenza di più di un centinaio di persone. In tanti mi hanno confessato di essersi emozionati, alcuni di essersi identificati e motivati. “Mi avete ricordato perché ho scelto di fare quello che faccio”. Anche i media si sono dimostrati interessati ai format. Siamo arrivati al cuore, ci crediamo e vogliamo andare lontano! Il progetto ha idee concrete e si sviluppa in diversi filoni. Per dare fiducia, bisogna anche saperne avere.

E noi non possiamo che essere d’accordo… Dunque dove vogliamo vedere Imprenditeroi tra un anno?

(Alexandra Gazzola) Mi piacerebbe vedere Imprenditeroi diffuso su tutto il territorio nazionale e in tutte le sue declinazioni. Vorrei che fosse preso a modello dagli imprenditori, poiché io stessa lo sono e ne vedo le potenzialità. Sia a livello individuale, sia collettivo. Come capo d’impresa o come progetto editoriale che li raccoglie tutti.

(Alberto Nacci) Tra un anno così avremmo un portale pieno di eroi dei giorni nostri: puntiamo su questo progetto che è un trampolino di lancio e un luogo di confronto tra pari.

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