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Bergamo

Torna la festa di Sant’Alessandro: “Al centro il valore dell’umiltà” fotogallery

Sarà questa la virtù simbolo della festa in programma dal 21 agosto all’1 settembre

L’umiltà al centro della Festa di Sant’Alessandro 2018: ad annunciarlo, nel corso della presentazioni delle celebrazioni del santo patrono tenutasi mercoledì 20 giugno, è l’assessore alla cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti, che a seguito di un confronto fra amministrazione e curia vescovile ha scelto questa virtù come simbolo della festa in programma dal 21 agosto all’1 settembre.

Una scelta che va controcorrente rispetto alla situazione attuale e che trae insegnamento dai classici, come spiega l’assessore: “Il progetto recentemente dedicato a Bramante da parte dell’Amministrazione comunale ha messo sotto la luce dei riflettori le facciate “parlanti” di età veneziana, con tutto il loro carico civico. Tra le qualità del buon governo spicca quella espressa dal filosofo Chilone: “Iupiter alta humilitat et hvmilia exaltat” (“Giove umilia ciò che è superbo ed esalta ciò che è umile”). Questo motto ci ha ispirato per la virtù che abbiamo scelto per celebrare il nostro Patrono con tutta la cittadinanza, affiancando alle riflessioni religiose un forte senso civico. L’umiltà, di cui tutti noi abbiamo grandissimo bisogno, dovrebbe essere la virtù faro del nostro tempo, per allontanarci dal nostro egocentrismo in favore di una visione più allargata verso gli altri e per ricordarci che non siamo il centro del mondo”.

Come anticipato, la decisione di adottare come virtù l’umiltà dopo il coraggio ha colto in parte di sorpresa la Diocesi, che ha comunque appreso positivamente la proposta : “Quando nel corso del tavolo di costruzione ci è stata proposta l’umiltà, siamo rimasti colpiti perché questa virtù non è molto apprezzata dalla cultura pubblica, contrastando l’appariscenza e richiedendo aspetti come la rinuncia, la mortificazione di sé e la pazienza – sottolinea don Fabrizio Rigamonti, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Bergamo –. Con questa festa l’obiettivo è quello di eliminare le caricature legate all’umiltà e mostrare come questa non sia una virtù inferiore”.

Numerose saranno le iniziative religiose e culturali che, grazie alla collaborazione di numerose realtà della nostra città, indagheranno e metteranno a fuoco la virtù dell’umiltà durante la settimana dedicata al Santo Patrono, tuttavia l’evento cardine della settimana, accanto alle celebrazioni religiose, sarà l’orazione civile di sabato 25 agosto, in programma in Duomo alle 21. Lo spettacolo, nato dal lavoro dei direttori artistici Gabriele Allievi e Luca Doninelli, vedrà il connubio di antiche parole del profeta Isaia (nella traduzione di Guido Ceronetti) e contemporanee di David Foster Wallace (con l’orazione civile Questa è l’acqua) lette dall’attore Valter Malosti, il tutto accompagnato dalla chitarra di Andrea Braido e dai celebri cento rintocchi del Campanone: “Inserire la chitarra insieme al suono delle campane del Campanone è una sfida, ma proprio tutto ciò ha scatenato l’entusiasmo di Andrea Braido – confessa Malosti – Sin da ragazzo avrei sempre voluto interpretare dei brani di Isaia e questa è la prima occasione che ho di farlo, più difficile sarà invece interpretare un brano orale come quello di David Foster Wallace”.

Tra i tanti appuntamenti in calendario, che verranno presentati il prossimo agosto, riveste un particolare significato l’itinerario che da anni, nei giorni precedenti la Festa del Patrono, collega i quattro luoghi dedicati a Sant’Alessandro, in particolare, in aderenza al tema dell’Umiltà, vi sarà anche quest’anno il coinvolgimento dei monasteri adiacenti alle chiese, come segno della continuità della vita cristiana in comunità stabili sorte dal martirio di Sant’Alessandro. Ognuno dei quattro monasteri offrirà alla città la possibilità di approfondire la conoscenza di donne e uomini la cui vita è stata condotta nel segno dell’umiltà, partendo nella giornata di martedì 21 agosto nella Chiesa di Sant’Alessandro in Captura con Arsenio da Trigolo, frate cappuccino patrono dei precari; si proseguirà mercoledì 22, nella Chiesa del Monastero di San Benedetto con Don Carlo Botta, una vita spesa al servizio dei piccoli e dei deboli; mercoledì 23 nel monastero domenicano di Matris Domini con la figura di Giorgio La Pira, terziario domenicano e uomo politico con forte vocazione sociale al servizio della collettività, per chiudere giovedì 24, nel monastero di Santa Grata quando verrà ricordata Maria Elisabetta Mazza, maestra elementare che spese la vita per garantire l’educazione ai piccoli nel primo dopoguerra.

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