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Giri in bgi

Una ciclovia per riscoprire il grande fiume Po

Racconto di un partecipante al VenTo Bici Tour 2018 (1-3 luglio 2018)

VenTo non è solo il movimento di una massa d’aria che avvertiamo andando in bicicletta e che, se non è troppo forte, ci fa sentire bene, ma è anche la più lunga dorsale cicloturistica d’Italia, da Venezia a Torino, lungo il fiume Po. Per ora è un progetto, grandioso e visionario, ma tra pochi anni potrebbe diventare realtà.

Nata dall’idea di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, cui va la nostra eterna gratitudine, oggi è oggetto di un Protocollo d’Intesa tra 4 Regioni e 2 Ministeri, è già finanziata ed è in fase di progettazione preliminare.

Giri in bici lungo il Po

In parte già esiste e, con la guida esperta degli urbanisti e dell’Associazione Witoor, è stato possibile, ad un gruppo di 170 persone, tra cui una baldanzosa pattuglia di 15 bergamaschi, provare l’ebbrezza di percorrerne un bel tratto, da Mantova a Venezia, durante 3 indimenticabili giornate di pedalate, scoperte, degustazioni e, soprattutto, tanto VenTo.

Come dice Paolo Pileri, responsabile scientifico di questa impresa, non si tratta di una semplice ciclabile, ma di un progetto di territorio, o meglio di rigenerazione di un territorio, quello lungo il fiume più importante d’Italia. L’obiettivo è ricucire e valorizzare la bellezza dei luoghi che VenTo attraversa e che possono rianimarsi se incontrano lo sguardo meravigliato di persone che li percorrono senza correre.

Giri in bici lungo il Po

Partire all‘ombra del Palazzo Ducale di Mantova è già una grande emozione. Man mano che ci allontaniamo lungo il Mincio, il profilo della città dei Gonzaga si specchia nell’acqua in tutta la sua maestosità.

Giri in bici lungo il Po

La prima tappa, che ci porta a Ferrara, è lunga più di 100 km e ricchissima di incontri e di sorprese. Come l’ospitale Ostello dei Concari presso Governolo, dove il fiume è stato deviato ed ora gli edifici, ordinatamente allineati, si affacciano su un lungo prato ribassato. Oppure Felonica, dove il Sindaco ci offre il delizioso Tirot, focaccia di cipolle, e ci invita a visitare un interessante museo dedicato ai drammatici fatti della seconda guerra mondiale che si svolsero proprio lì. O ancora Stellata di Bondeno, con il suo birrificio artigianale (squisita la Bunden Bräu!), che al piano superiore diventa un sorprendente museo archeologico.
Per non parlare dei paesaggi, molto più vari di quanto mi aspettassi, anche quando il Po rimane lontano. E, pedalando sugli alti argini tra le golene e la campagna , lo sguardo domina questo affascinante mare verde, solcato da geometrici disegni.
Arriviamo a Ferrara all’imbrunire, stanchi ma abbagliati dalla grandiosità del Castello Estense e, per cena, ci azzardiamo ad assaggiare la famosa Salama, con la quale il mio stomaco ingaggerà durante la notte una lotta senza quartiere.

Giri in bici lungo il Po

Il mattino dopo si riparte dal grande Parco Bassani, non prima di aver reso omaggio alla più elegante residenza storica italiana: Palazzo dei Diamanti.
Tornati lungo il Po si pedala fino a Polesella, dove, all’attracco fluviale comunale, siamo accolti con spiedini di frutta e un succo di mele biologico indimenticabile. Il Sindaco, orgogliosamente, ci racconta della passione di tedeschi e inglesi per le crociere fluviali che, risalendo il Po dall’Adriatico li conducono fino a lì. Il paese è adagiato all’ombra dell’alto argine e custodisce, tra i tanti cimenti di volenterosi geometri locali, qualche bella villa veneta settecentesca.

Giri in bici lungo il Po

Dopo un’altra piacevole sosta acqua-frutta a Villanova Marchesana, giungiamo ad Adria, città antica che conobbe gli etruschi ed i greci e fu strategica anche per i romani, grazie al suo porto protetto, un tempo molto vicino al mare. Anche qui siamo fuori dai principali circuiti turistici, ma il posto meriterebbe ben altra attenzione.
Ingiustamente poco conosciuto, il Museo Archeologico di Adria è un gioiello: conserva e valorizza in modo scenografico una collezione di vetri per corredi funebri del I e II secolo d.C. tra le più importanti d’Europa. Ed è commovente vedere con quanta gioia e passione la Direttrice e tutto lo staff ci accolgono in questo luogo di cui ci mostrano i tesori. Nel giardino esterno ci attende un graditissimo rinfresco con macedonia e una spettacolare bevanda a base di limone e zenzero. L’Italia è proprio un Paese di sogno!

Siamo all’ultima tappa, quella più difficile dal punto di vista logistico, perché tra Adria e la laguna ci sono poche ciclabili e, per giungere al Lido di Venezia, arrivo del Bici Tour, sono necessari due passaggi in barca.
Con l’aiuto di una guida locale, scegliamo percorsi secondari, in alcuni casi particolarmente suggestivi, come il lungo tratto in cui, in pratica, pedaliamo in mezzo all’erba alta che ci accarezza i polpacci (e procura qualche foratura).
Nel gruppo siamo ormai affiatati e pervasi da spirito di corpo e, al passaggio nei centri abitati, ci sentiamo come i corridori al Giro d’Italia, benchè non posso dire che a bordo strada si accalchino folle acclamanti.

Giri in bici lungo il Po

A Chioggia ci imbarchiamo con qualche difficoltà (non è banale trasportare in vaporetto quasi 200 persone e relative biciclette) e approdiamo sull’isola di Pellestrina, poco nota rispetto alle stratosferiche attrazioni circostanti, ma deliziosa, con le sue piazzette raccolte e le sue casette color pastello.
Pranzo veloce e di nuovo in sella per raggiungere l’imbarco verso il Lido di Venezia. L’arrivo è a Malamocco nella piazza principale, dove la locale pro-loco ha pensato di festeggiare il nostro arrivo inscenando una rievocazione storica. Il Doge in persona, con il Vescovo ed altre importanti autorità, ci ricevono bardati con pesantissimi costumi, che, complice il caldo e l’età avanzata dei soggetti, trasformano la loro performance in una prova di resistenza alla quale sopravvivono a stento.

Giri in bici lungo il Po

È il momento dei saluti finali e di snocciolare qualche numero di VenTo: da Venezia a Torino saranno 679 km, con 1.330 beni culturali toccati, oltre 40 aree protette attraversate e 373 sapori gustabili. Per non parlare delle connessioni che si potranno attivare con i laghi prealpini e le città pedemontane, Bergamo compresa.

La ciclovia del Danubio da Passau a Vienna o la romantische Strasse in Germania impallidiranno al confronto!

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