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L'avventura

Monasterolo-Patagonia zaino in spalla: “Viaggio in natura senza lasciare tracce” fotogallery

Laura Bonetti e Marco Rovati nella vita gestiscono un bed & breakfast: a novembre hanno intrapreso il Greater Patagonian Trail, il più lungo trekking del Sud America attarverso la Terra del Fuego, la Patagonia Cilena e Argentina e le Ande.

Ciò che li muove è il principio del “leave no trace”, ovvero godere della bellezza della natura incontaminata senza lasciare alcuna traccia del proprio passaggio.

Laura Bonetti e Marco Rovati, 45 e 41 anni, nella vita gestiscono un bed & breakfast a Monasterolo del Castello e sono volontari di Croce Rossa ma la loro grande passione sono i viaggi, rigorosamente zaino in spalla e in completa autonomia: Sud-Est Asiatico, Laos, Cambogia, Singapore, Indonesia, Nepal, Borneo, Sud America, tre volte il cammino di Santiago percorrendo la via francese e quella portoghese e l’ultima volta anche con uno scopo nobile, sensibilizzare sul tema della prevenzione del tumore al seno e raccogliere fondi per poter comprare macchinari che a breve verranno donati all’ospedale Bolognini di Seriate.

In quell’occasione è nato il nome “2 Cuori in Cammino”, una sorta di emanazione dell’associazione “Cuore di donna” di Casazza con la quale Laura e Marco collaboravano da anni: “È un progetto nato spontaneamente e che oggi ci rappresenta – spiegano – Il nome ci ha accompagnato anche questo inverno quando abbiamo deciso di intraprendere la sfida del Greater Patagonian Trail, il più lungo trekking del Sud America che a differenza del Cammino di Santiago non è tracciato, non ha strutture di riferimento lungo il percorso e richiede una grande preparazione”.

Oltre tremila chilometri, suddivisi in 40 sezioni, che si snoda tra i paesaggi più spettacolari e incontaminati del Sud America: “La nostra avventura è iniziata il 28 novembre e si è conclusa il 15 aprile – continuano Laura e Marco – Madrid, Santiago del Cile, Punta Arenas e poi in autostop fino a Ushuaia, punto di partenza del nostro cammino”.

Capoluogo della Terra del Fuoco, Ushuaia è la città più a sud del mondo: da lì in poi Laura e Marco sono rimasti soli, con l’obiettivo di incamminarsi verso Nord, in direzione Santiago del Cile passando per El Chalten dove ufficialmente inizierebbe il Greater Patagonian Trail.

“A causa di condizioni climatiche particolari per il periodo estivo, piogge abbondanti seguite da temperature molto elevate che hanno fatto sciogliere rapidamente i ghiacciai e causato esondazioni, siamo riusciti a completare solamente metà del percorso. Il termine ‘trail’ in realtà non calza a pennello, è più una “route”, è un’idea opensource che continua a evolversi e trovare nuove vie man mano che la gente sperimenta nuovi percorsi. Anche noi abbiamo proposto delle modifiche e torneremo per certificare la fattibilità della percorrenza”.

Nell’estremo Sud America Laura e Marco si sono trovati isolati dal mondo: con loro tutto il necessario per garantirsi l’autosufficienza e per impattare il meno possibile sul paesaggio incontaminato che li circondava.

Gps, tenda, sacco a pelo, cibo, bottiglie speciali per filtrare l’acqua, batterie alimentate a energia solare, stufa pirolitica: “Ci piace far conoscere questi posti ma per poter intraprendere questo viaggio bisogna essere preparati. Siamo soccorritori di Croce Rossa ed esperti di telecomunicazioni, non siamo sprovveduti: serve consapevolezza perchè non ci sono tracciature, sentieri o aree attrezzate in cui rifugiarsi. Si attraversano luoghi meravigliosi che tolgono il fiato ma lungo il cammino capita spesso di dover far affidamento solo sul Gps”.

La natura a queste latitudini regala gioie immense, per gli occhi e per lo spirito, ma Laura e Marco dal Sud America si portano qualcosa di ancor più prezioso: “La sorpresa più bella è stata l’ospitalità della gente, davvero impressionante. Sono sempre pronti a darti un passaggio o a offrirti un riparo, senza alcun secondo fine. Abbiamo instaurato tante belle amicizie”.

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