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Appunti & virgole

Atalanta tra le grandi, verso l’Europa: Gasperini firma il certificato di qualità

L'allenatore ricambia gli applausi: "Questo ambiente ci dà un'elettricità, una carica incredibile". Barrow uomo assist

Sempre più europea, sempre più di qualità: è un’Atalanta brillante, entusiasmante come nelle sue migliori partite di Europa League.

Gasperini divide i meriti tra… “la mia squadra, ha disputato una delle sue partite più belle. Se è stata la migliore lo lascio dire agli altri, ma abbiamo giocato un’ottima gara”. E poi la gente, il popolo nerazzurro: “C’è un ambiente elettrico, lo sentiamo, lo viviamo. Credo che poche altre realtà in Italia siano così legate alla loro squadra ed è anche l’ambiente che ci spinge a queste prestazioni, a questi risultati. Avete visto alla fine de Roon, che era sfinito ma aveva una carica incredibile e andava a incitare i tifosi. Perciò dico” conclude Gasperini “che sarebbe bello arrivare in Europa per far felice questo ambiente, che ci sta sostenendo come pochi altri”.

Il certificato di qualità arriva anche da Mazzarri, l’allenatore che riconosce il valore dell’avversario: “L’Atalanta non ti fa respirare: loro sono fisici, tutti atleti, corrono come matti. E ci sovrastavano. Una squada di ottimo livello, che gioca insieme da quasi due anni, con lo stesso allenatore. Mi chiedete del Torino, ma quando sette duelli su dieci li vince l’avversario… Io più che un piccolo Torino ho visto una grande Atalanta, su un campo dove poche squadre sono in grado di resistere al suo gioco”. Chapeau.

Un calcio da lustrarsi gli occhi. Gasperini l’ha sottolineato con orgoglio e a ragione, che cioè poche altre squadre in Italia ti regalano tante emozioni e il piacere, davvero, di assistere a una partita di calcio. Poi, certo, l’Atalanta vince e questo non è un dettaglio secondario, perché fa un altro salto in alto e si siede al sesto posto, in zona Europa, mentre le rivali si fanno male da sole, dal Milan alla Fiorentina, alla Sampdoria.

Il dato che colpisce è che, a cinque giornate dalla fine e alla terza partita in una settimana, l’orchestra nerazzurra è ancora in grado di esprimersi ad alti livelli, anche cambiando gli interpreti: non c’è Ilicic? Ecco Barrow che sembra un’anguilla e da ogni angolo tira in porta. Spinazzola ormai chi l’ha visto? Eppure c’è Gosens, che non sarà un fenomeno ma è diligente e non molla un pallone ed è anche pronto quando l’altro esterno Castagne gli offre l’assist per il 2-1.

Poi c’è Gomez che fa il gregario, difende e fa salire la squadra, protegge la palla, dialoga con Barrow, che resiste quasi fino alla fine e stavolta non segna ma offre l’assist a Freuler. Puntualissimo al gol, lui da buon svizzero. E poi c’è Caldara che costringe Belotti a fare la comparsa. E un de Roon incontenibile, rubapalloni e settepolmoni. Bravissimo.

Insomma, un’Atalanta che si guadagna i tre punti fino in fondo, costringendo alle corde un Toro incerottato ma obiettivamente inferiore ai nerazzurri. C’erano cinque punti di distacco, ce n’erano undici tra Atalanta e Inter e ancora ci si chiede come mai… Ma intanto la banda Gasp è lì davanti anche al Milan e ora deve tenersi gli avversari alle spalle.

Avanti. Tornerà Ilicic, Petagna è rimasto in panchina, abbiamo rivisto in campo anche Bastoni che ha appena compiuto 19 anni. Saranno tutti utili per la volata finale, alla riconquista dell’Europa.

Mago Gasp, pensaci tu.

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