“Davide era davvero un bravo ragazzo, avrebbe meritato più di quel che ha ottenuto nella sua carriera: era troppo umile, glielo dicevo”. Se c’è qualcuno che può dire di aver visto crescere davvero da vicino Davide Astori quello è Mauro Traini, suo primo allenatore nel San Pellegrino, suo vicino di casa ai tempi dell’infanzia.
Ancora oggi Traini abita nella stessa palazzina di via de Medici in cui vivono i genitori dello sfortunato difensore della Fiorentina, Renato Astori e Giovanna Cavagna.
“E’ tutto così assurdo – spiega Traini -, fatico a credere che sia successa questa tragedia. Quella famiglia non se lo meritava, Davide stesso non si meritava tutto questo: era davvero un ragazzo, uno che si faceva ben volere da tutti quelli che avevano a che fare con lui”.
“Ai tempi del San Pellegrino, nei primi anni ’90 l’ho anche allenato: giocava sempre con la categoria superiore alla sua perché già allora faceva la differenza. Ai tempi – spiega – si schieravano ancora i terzini, vecchia maniera, e proprio quello era il suo ruolo: terzino sinistro. Era tutto casa e pallone, il classico bambino ubbidiente”.
Poi la chiamata del Ponte San Pietro, nel 1996: “Sapevo che avrebbe fatto tanta, tanta strada nel mondo del calcio – continua Traina -. E anzi, vi dirò dell’altro: nella sua carriera è stato troppo umile, si sarebbe meritato di più”.
“E’ sempre rimasto coi piedi per terra, Davide. Appena poteva tornava qua a San Pellegrino per stare con i suoi familiari e i suoi amici più cari – ricorda l’ex allenatore -. Era sempre disponibile quando i bambini gli chiedevano foto o autografi: a mio figlio, nel giorno della sua prima comunione, regalò la sua maglia autografata del Cagliari. Pensate che una volta, proprio a Cagliari, ci siamo incontrati: lui stava svolgendo la preparazione pre-stagionale con i rossoblù, io ero in vacanza con tre amici: ci ha invitati a vedere una loro amichevole e poi ci ha portati a cena”.
commenta