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La prima serata

Sanremo Young, tra latin lover e troppo esaltate: ecco le nostre pagelle

Riproponiamo le nostre pagelle, senza peli sulla lingua come di consueto

Siccome si sa, Sanremo è Sanremo, i giovani non possono esser dimenticati dalla musica italiana, è nato una gara dedicata ai “millenials”, talenti nati dopo l’anno 2000. Visto che la competizione si svolge sul palco dell’Ariston e mette in gara opere legate al Festival della Musica Italiana, abbiamo scelto di riproporre le nostre pagelle, senza peli sulla lingua come di consueto.

Prima di iniziare la consueta fotonotizia e non potevamo scegliere la Mara nazionale, Mara Maionchi, che con le sue smorfie ha attirato tutto il pubblico.

Bianca Moccia 5 = Portare avanti un duetto da soli è un’impresa non di poco conto, ma rischia di portare l’esecutore su vie a noi umani sconosciute. Bianca ha provato a cavalcare in alcuni tratti Emma, tralasciando Kekko dei Modà, e così, invece di seguire una strada, ha perso entrambe. NE’ CARNE NE’ PESCE

Raffaele Renda 6 = Quando attacca con la canzone di Anna Oxa, sono brividi per tutti, visto che ci si trova di fronte alla copia maschile della cantante pugliese. Peccato che poi Raffaele voglia mostrarsi al pubblico a tutti i costi e finisce per inserire acuti fuori luogo. Discutibile la scelta di tagliare la canzone in apertura. MARCO MENGONI

Luna Farina 4,5 = E’ tedesca e fin qui ci siamo, però non serve accentuare l’accento solo per dimostrarlo. Nella seconda parte della canzone si scatena in maniera incomprensibile e rovina la canzone con una rabbia da rocker, finendo per gorgheggiare una melodia inutilmente. ESALTATA

Matteo Markus Bok 7 = Bello, biondo, è già l’idolo delle ragazzine, in migliaia già innamorate di lui. Portare la canzone di Luis Miguel significa giocare facile, però non è il cantante messicano era molto più semplice. Orrendo lo stridulo finale. LATIN LOVER

Elena Manuele 3 = Povero Battiato, se la sente cantare finisce per fratturarsi un altro femore. Oltre alla fatica terribile da compiere per comprendere una parola, finisce per stravolgere il pezzo del maestro, opera molto semplice quando si vuol interpretare un brano con una cantata jazz, Ce ne vuole per trasformare la pronuncia del termine “tennis” in “Tennesee” AUDIFON

Leonardo De Andreis 8 = Il soul di Adriano Celentano non viene tradito, anzi Leonardo ci da’ quel tocco americano in più che il “Molleggiato” non ha mai osato dare, tuttavia non sfigurando. Solo una piccola scalfittura: ad ogni parola chiude un po’ troppo lungo. ROBY FACCHINETTI

Zaira Di Grazia 6,5 = Ci sta tutta la grinta, peraltro partendo anche piano, visto che lo stesso Battisti lo fa, semplicemente Zaira nella sua foga “strappa” con la voce, in acuti fanno perdere la dolcezza del cantante romano, visto che quest’ultimo non è un tenore lirico BICCHIERI ROTTI

AleXéf 4 = Il giovane cantante è riuscito a combinarne di ogni, riuscendo ad andare fuori tempo, steccare e via dicendo. La voce è ancora un po’ troppo acerba per cantare Tiziano Ferro, che mantiene una così particolare tonalità, in particolare in questo brano. ESTROVERSO

Sharon Caroccia 6 = Sulla prestazione canora non vi è nulla da dire, ma Caterina Caselli, quando si esibiva con questo brano, si scatenava sfruttando la velocità insita in esso. Sharon preferisce rallentarla e addormenta un po’ il pubblico. Da dimenticare il look. MINNIE

Rocco Scarano 7,5 = Eccetto l’aggancio della seconda strofa, sa cogliere il brano del menestrello genovese, presentandosi con spensieratezza e senza troppe pressioni, questione che gli permette di farsi apprezzare. Il look ricorda quello di un altro cantante anni ’70. DRUPI

Ouiam El Mrieh 7 = Fa sua la canzone, avendo anche una grandissima estensione vocale che si sposa alla perfezione con il brano di Lara Fabian, semplicemente sceglie una delle canzoni più noiose nel circondario della città dei fiori. Emoziona tutti, tranne zia Mara. STRAPPALACRIME

Eleonora Pieri 7,5 = Fiorella Mannoia ha una voce calda, ma difficile da interpretare, ma Eleonora da’ una propria versione e non si discosta così tanto dall’interpretazione originale, facendola propria nonostante non sia adattissima alla propria voce. FLESSIBILE

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