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La lezione

Un anno dopo: la scommessa, vinta, di BGY

La lezione tenuta il 18 gennaio in occasione della BergamonewsAcademy su BGY, il giornale di Bgnews fatto dai giovani per i giovani

A pochi giorni dal primo anniversario, BGY – Be Young, a molti noto come BGY, progetto interamente dedicato ai giovani tra i 14 e i 25 anni, raccoglie i frutti del lavoro di tanti ragazzi: dopo 365 giorni i risultati di successi di questa iniziativa non sono pochi. In occasione della lezione del 18 gennaio della Bergamonews Academy, Lucia Cappelluzzo, coordinatrice di BGY, racconta i primi passi, le emozioni, i traguardi, le nuove idee di una realtà unica in Italia: un giornale fatto dai giovani per i giovani.

Nato il 24 gennaio del 2017 durante la prima edizione della Bergamonews Academy, BGY è stato fin da subito una grande scommessa. “Quando mi fu proposto di coordinare questa parte del giornale fu un’emozione unica”, svela Lucia, “ma non mancarono dubbi e perplessità. Mai avrei pensato che saremmo cresciuti a tal punto”. Di fatti BGY, primo giornale in Italia interamente mantenuto in vita da ragazzi, è stato punto di esempio e propulsore della nascita di altri quotidiani e progetti simili: l’idea ha subito trovato un riscontro positivo ed un grande apprezzamento non solo dei professionisti dell’informaizone, ma anche dai fruitori, non solo giovani ma anche adulti interessati al punto di vista delle successive generazioni.

I dati non smentiscono quanto detto: dall’inizio ad oggi BGY vanta 700000 visualizzazioni, 100 collaboratori – oltre alla squadra permanente – con una media di 4 articoli al giorno. Il segreto di un tale successo è l’aver creato uno spazio dove i ragazzi possono raccontare delle loro esperienze, della loro vita tra scuola, amici, famiglia e molto altro. “Siamo andati nelle scuole, nelle università e nei centri di aggregazione”, spiega la coordinatrice. “Abbiamo stimolato i ragazzi a scrivere di tutto, stimolandoli ad usare BGY come una sorta di bacheca aperta, di blog dove poter articolare il proprio pensiero, come un portale dove esprimere la propria idea sui fatti di attualità”.

Il 17 febbraio dello scorso anno, BGY ha aderito al progetto di Parole Ostili, associazione no profit nato con lo scopo di sensibilizzare, responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a praticare forme di comunicazione non ostile. Uno, forse il più importante, degli obiettivi di BGY è quello di trasmettere ai giovani un altro modo di usare il web, fondato sull’importanza delle parole da scegliere, il rispetto e le responsabilità delle proprie azioni. Le parole hanno un peso enorme, possono aiutare e fare del bene, ma possono anche ferire: una possibilità, questa che rappresenta il lato negativo del web e, soprattutto dei social, dove l’hate specch può essere facilmente praticata al riparo di una tastiera e di un falso nome.

“Vorremmo che la fiamma dell’impulsività si sfogasse nella produzione di un articolo attento e curato, con parole rispettose e responsabili. Il nostro sogno era ed è ripartire dai giovani nella creazione di un’informazione senza bufale e cattiverie”. In queste parole conclusive di Lucia Cappelluzzo è racchiuso lo spirito del lavoro quotidiano di BGY.

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