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La lettera

“Alza la testa dallo schermo, fuori c’è un mondo da vivere!”

Dicono che siamo la generazione delle passioni timide, lo vogliamo sfatare questo mito?

Ogni giorno intrecciamo le nostre vite con le persone che incontriamo, condividendo tempo e informazioni, ogni giorno creiamo relazioni conscie e inconscie che si differenziano tra semplici scambi di sguardi e legami che poi continuiamo a coltivare nel tempo.
Viviamo ogni relazione con l’altro in modo differente, ma con un continuo scambio reciproco di punti di vista che stanno alla base della comunicazione.

Una volta intrecciato un legame, che esso sia duraturo o meno, continua a esistere nel pensiero perché è vero che viviamo anche di atti mancati quando la mente ripercorre momenti passati, quando osservando un oggetto o un luogo particolare, immancabilmente, la persona pensata si concretizza nel nostro immaginario, quando guardando al futuro, fantastichiamo su attività che ci piacerebbe condividere con quella persona.
Siamo continuamente condizionati e influenzati dal mondo circostante, con una continua circolazione di informazioni, spunti, idee, punti di vista differenti, abbiamo bisogno di una costante comunicazione e apertura all’altro e perciò, come se ognuno avesse un lungo filo rosso, si vanno a creare grovigli infiniti di chi si “annoda” una volta sola e poi mai più, e di chi invece, giorno per giorno, continua a creare nodi solidi.

A volte una mancanza è più sentita di una presenza e di sicuro l’avvento della tecnologia non ha fatto altro che allontanare e appiattire le relazioni, andando a sostituire una lunga chiacchierata faccia a faccia con lunghe file di messaggi che cancellano e annullano la possibilità pura e sincera della comunicazione non verbale come espressione delle emozioni scaturite da un momento condiviso in prima persona.

Con tutto ciò non voglio mettere la croce su nessuno, non voglio catalogare o criticare, vorrei semplicemente proporre a ognuno di noi di vivere più da vicino ogni singola relazione, di essere curiosi, attenti, di continuare ad intrecciare quei nodi così essenziali che ci fanno crescere e ampliare la nostra visione del mondo, vorrei proporre a ognuno di noi di alzare più spesso la testa dallo schermo e di guardare con maggiore attenzione ciò che accade anche fuori dal nostro “orticello” personale.

Dicono che siamo la generazione delle passioni timide, lo vogliamo sfatare questo mito?

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