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L'intervista

“Crocevia”: il primo album di Sebastiano Mazzoleni, pianista bergamasco

"Tutto è iniziato quando frequentavo la prima media: è stato amore a prima vista. Da quel momento il pianoforte ha iniziato a far parte della mia vita e, ovviamente, lo è ancora."

Una passione per la musica nata sin da bambino, la scoperta del pianoforte da ragazzo e da qui la nascita di un legame indissolubile con lo strumento che giunge fino alla nascita del primo album da solista. Questa è la storia di Sebastiano Mazzoleni, giovane pianista di Strozza, che in un’intervista ci racconta la sua esperienza seduto al piano, dai primi passi sino a “Crocevia”.

Sebastiano Mazzoleni, come nasce la tua passione per la musica?

“Tutto è iniziato quando frequentavo la prima media: è stato amore a prima vista. Da quel momento il pianoforte ha iniziato a far parte della mia vita e, ovviamente, lo è ancora. Dopo gli studi al conservatorio di Brescia, ho deciso di lasciare l’Italia per continuare gli studi al Trinity College di Londra, dove ho conseguito la laurea specialistica in pianoforte. ‘ stato un percorso lungo – non ancora finito – in cui ho messo tanto, tantissimo impegno: ma non è mai stato un sacrificio. Le lunghissime ore passate al pianoforte non mi sono mai pesate. Lo studio per me non è mai stato una rinuncia ma un immenso piacere”.

L’album “Crocevia” è la tua prima raccolta da solista. Come è nato e per quale motivo hai questo nome per il titolo ?

“Ho scelto come titolo dell’album “Crocevia” proprio perché esso è un crocevia di generi differenti. Si passa da brani del Settecento, come un’aria de “Il Rinaldo” di Haendel trascritta per pianoforte, fino a giungere a pezzi da me composti quindi attuali. Ad unire il tutto c’è il pianoforte che con la sua musica crea un mix di stili ed emozioni”.

Dalla musica classica, al jazz e alle calde note del tango: in questo curiosa commistione di generi diversi, quale è il filo rosso che unisce tutti i brani dell’album?

“I brani seguono il percorso storico dall’epoca di Haendel fino ai giorni nostri. Per quanto riguarda la prima parte del cd, ho scelto di incidere brani poco conosciuti del repertorio pianistico, come il primo tempo della sedicesima sonata per pianoforte solo, opera prima, di Haydn. Molto particolari e poco conosciuti nel mondo pianistico sono sicuramente anche le trascrizioni dei celebri Capricci di Paganini, per violino, trascritto da Schumann per pianoforte. Lo scopo è quello di regalare agli ascoltatori qualcosa di diverso e particolare”.

All’interno dell’album sono presenti brani di differente tipologia e non sempre conosciuti dal grande pubblico. Fra questi qual è il tuo brano preferito?

“Fra i brani presenti nell’album il mio preferito è la “Trascrizione” di Schumann. È un’opera complessa a cui ci ho lavorato parecchio e per questo probabilmente ne sono più legato, ma lo stesso lavoro compiuto dal compositore lo rende oggettivamente lodevole. Un brano non molto conosciuto, difficile per chi lo scrive a causa della sua trascrizione, ma molto vicino all’originale scritto per violino e per questo molto più vicino anche allo strumento a cui era indirizzato”.

In conclusione, siccome all’interno di “Crocevia” sono presenti anche brani scritti da te, come nasce un brano ed a cosa si ispira?

“Non c’è uno schema preciso, talvolta improvvisando e da lì, trovando degli spunti, ho iniziato a comporre. Non avendo studiato composizione probabilmente non ho uno schema preciso e quindi il tutto diviene tutto molto naturale. L’ispirazione giunge più facilmente quando si è più tranquilli e non vi sono altri impegni in corso, ma può capitare di creare cose carine anche su commissione”.

sebastiano mazzoleni
sebastiano mazzoleni

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