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Gigi Riva: il giornalismo, le emozioni e la necessità di giovani nella professione

Il messaggio di Gigi Riva è di positività e incondizionato amore nei confronti di una professione che non smetterà mai di stupirci e di metterci alla prova

Chiunque riesca ad accedere alla professione del giornalista deve ritenersi più che fortunato: non ci si annoia mai. Ogni giorno è diverso dal seguente, ogni storia raccontata è unica e non ripetibile. Dovremo munirci di una quantità inesauribile di curiosità per diventare dei bravi giornalisti: questo è l’insegnamento di cui  Gigi Riva, editorialista de L’Espresso, già inviato di guerra e anche scrittore, uno dei docenti del secondo anno dell’Academy di Bergamonews (tra i più prestigiosi a dire il vero), ha voluto fare dono ai ragazzi nella sua lezione del 9 novembre.

“Il desiderio e volontà di conoscere il mondo, ma anche il io senso civico di raccontare mi hanno spinto ha fare l’inviato”, racconta Riva durante il quinto incontro: una lezione ricca di quelle forti emozioni che solo le testimonianze di guerra possono trasmettere. Per esempio quando racconta che, durante le “pause” del suo lavoro nell’ex Yugoslavia (è su questa tragedia che ha scritto il suo ‘L’ultimo rigore di Faruk’) o della guerra in Iraq, quando rientrava a casa sentiva una sorta di nostalgia, o di forza che gli faceva desiderare il ritorno in queste aree, pericolose ma che gli davano una sorta di adrenalina e di senso della vita e della morte.

Dopo una lunga carriera di soddisfazioni e riconoscimenti, Riva ammette di essere stato fortunato fin dagli esordi: a soli 19 anni viene assunto da il Giornale di Bergamo come praticante e a 21 entra nell’albo dei professionisti. Poi inviato a 24 anni a Il Giorno, quindi il passaggio a L’Espresso di cui è stato anche capo redattore centrale.

Oggi però, ammette, non è così facile accedere al mestiere e in generale alle redazioni: la grande crisi ha colpito drammaticamente anche il settore dell’informazione, i tagli fatti sul personale sono stati rilevanti. Ma questo non vuol dire che tutto è perduto, anzi “si respira aria di cambiamento”. La – seppur lenta – ripresa finanziaria e la concreta necessità di nuove leve “danno vita ad un terreno fertile per nuovi sbocchi professionali. Sicuramente le scuole di giornalismo, che permettono di accedere all’esame di stato e all’albo, sono una buona palestra di formazione”.

Il valore aggiunto di questi corsi sta nel fatto che consentono periodi di stage anche in redazioni di quotidiani nazionali che possono costituire una via di entrata al mondo del giornalismo. Il messaggio di Gigi Riva è di positività e incondizionato amore nei confronti di una professione che non smetterà mai di stupirci e di metterci alla prova.

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