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Il processo

Tre ragazzi morti a Romano: un’indagata per il muro contro cui si schiantarono fotogallery

Con l'auto si erano schiantati contro il muro di un capannone, secondo il Gip costruito troppo vicino alla strada

Una donna è accusata di omicidio colposo per l’incidente mortale di Davide Sabbatini, Giulia Aceti e Fabiana Frigeni, i tre giovanissimi di Cividate al Piano che persero la vita nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2012. Il 19enne si era schiantato con la Ford Escort station wagon dei genitori, sulla quale si trovavano anche le due ragazze di 15 e 16 anni, contro il muro di un capannone artigianale a Romano di Lombardia. La proprietaria dell’azienda, A.S., difesa Roberto Bruni, finirà a processo per la costruzione di quella recinzione. Il difensore di parte civile sarà Andrea Pezzotta.

Secondo il giudice per le indagini preliminari Ciro Iacomino non avrebbe chiesto i permessi in Comune. Non avrebbe inoltre rispettato le norme del codice della strada. Dalle perizie è emerso che il muretto era stato costruito a un metro dalla carreggiata, rispetto ai tre previsti per legge. Una distanza che avrebbe avuto un’incidenza nello schianto dell’auto e quindi nel decesso dei ragazzi.

I tre avevano trovato la morte in una notte d’estate in cui celebravano uno dei momenti più bella della vita. Davide proprio quella mattina aveva sostenuto l’esame di maturità come geometra all’Istituto Rubini di Romano. Poche ore più tardi, dopo aver festeggiato con gli amici al “Sale&Brasa” di Brignano Gera d’Adda, intorno a mezzanotte decide di tornare a casa.

Tra Bariano e Romano, perde il controllo della Ford Escort. Sul sedile accanto c’è Giulia, 16 anni da compiere un mese e mezzo dopo. È iscritta al terzo anno del liceo linguistico “Don Milani” di Romano. Sul sedile posteriore c’è Fabiana, anche lei frequenta la terza del liceo linguistico romanese. Un urto violentissimo che non lascia scampo ai primi due.

L’auto di Davide è la prima della colonna, dietro la sua ci sono infatti altre vetture con a bordo una ventina di amici. Hanno tutti un’età tra i 15 e i 23 anni. Sono per lo più studenti, legati all’oratorio.

Per loro è una scena agghiacciante. Scendono dai mezzi, nel buio, chiamano i soccorsi, chiedono aiuto. C’è chi urla i nomi dei tre ragazzi, invano. Il buio della notte è illuminato dai lampeggianti, il silenzio della Bassa è interrotto dalle sirene: sono i mezzi del 118, dei vigili del fuoco. I corpi dei tre sono incastrati tra le lamiere. Per Davide e Giulia si comprende subito che non c’è niente da fare.

Per Fabiana c’è uno spiraglio, respira ancora. Viene trasportata agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Ma domenica mattina, alle 9.19 i medici avvisano i genitori della morte celebrale, i quali acconsentono alla donazione degli organi.

Cinque anni nel dolore per le famiglie delle vittime. Ora il processo che stabilirà eventuali responsabilità di quella tragedia. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 23 febbraio.

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