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A lecco

Messaggi e foto hard a due studentesse: bidello stalker a processo

L'uomo, un 50enne originario di Avellino e residente nella Bergamasca, avrebbe molestato una minorenne e una ragazza straniera in stage. I fatti sono accaduti in scuole diverse

Secondo gli inquirenti che hanno lavorato al suo caso si tratterebbe di un molestatore vero e proprio, di uno stalker da condannare. Per questo un 50enne originario di Avellino e residente nella Bergamasca finirà a processo a Lecco, dove lavorava come bidello.

La sua colpa sarebbe quella di aver mandato messaggi, inviti espliciti, fotografie anche a sfondo sessuale per convincere una studentessa minorenne ad uscire con lui. Avances, tentati approcci solo verbali nel bagno della scuola, apprezzamenti continui, per cercare di irretire l’altra studentessa, una maggiorenne straniera in Italia per uno stage.

I fatti che porteranno l’uomo a processo si sarebbero svolti in due istituti distinti, nel Lecchese.

La prima udienza martedì 17 ottobre in tribunale a Lecco si è aperta con l’audizione protetta dell’adolescente, che sarebbe stata oggetto delle attenzioni morbose del bidello: la ragazza, che all’epoca dei fatti frequentava l’istituto professionale Fumagalli di Casatenovo, è stata ascoltata in aula a porte chiuse. Dopo di lei sono sfilati i testi, le compagne di scuola, alcune minorenni accompagnate dai genitori, e i dirigenti scolastici dei due istituti.

Secondo la difesa tutto sarebbe nato da uno stupido scherzo orchestrato da alcune studentesse, che avrebbero provocato il 50enne con dei falsi messaggi allusivi. Da questi l’uomo avrebbe fatto nascere una storia a senso unico fatta di attenzioni morbose, telefonate, fotografie esplicite che lo ritraevano intimamente.

Ad intervenire è stata la scuola: il tutor della classe si sarebbe reso conto di quanto stava accadendo e avrebbe raccolto le confidenze della minorenne in lacrime, allertando il preside che ha fatto scattare le indagini dei carabinieri. La perquisizione nell’appartamento dell’uomo aveva portato al sequestro del computer e del telefonino per acquisire come prova di reato messaggi e immagini.

La vicenda, però, non è finita qui. Il bidello, indagato per stalking, è stato allontanato da Casatenovo e trasferito in una scuola a poco più di un chilometro di distanza, dove, secondo l’accusa, avrebbe nuovamente importunato una studentessa. All’istituto Greppi di Monticello Brianza, nonostante le accortezze adottate dalla preside che gli aveva assegnato un turno di lavoro negli orari nei quali la presenza degli alunni era quasi nulla, aveva comunque trovato il modo di prestare le sue attenzioni particolari ad una ragazza straniera, da poco maggiorenne, che frequentava le lezioni per uno stage.

Anche in questo caso l’intervento immediato delle istituzioni scolastiche ha evitato che le molestie continuate, tentati approcci nel bagno della scuola, inviti a cena, telefonate, potessero sfociare in qualcosa di ancora più grave.

Con il rinvio a giudizio, i due fascicoli sono stati unificati.

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