Una mozione chiaramente anti Ignazio Visco quella proposta dal Partito democratico e approvata dalla Camera a larga maggioranza. E in effetti il testo vergato dal Pd recita: “Impegna il governo ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’Istituto”.
Che, tradotto in termini più espliciti, è un invito a scegliere un nome alternativo a quello dell’attuale presidente della Banca d’Italia.
Anche se il deputato bergamasco che ha espresso la dichiarazione di voto per conto del Pd, Giovanni Sanga, cerca timidamente di non infierire più di tanto: “Non è una sfiducia, così la leggono i commentatori, ma non siamo noi a scegliere il presidente di Bankitalia”. Poi però entra nel merito: “La nostra mozione – dice – impegna il governo fondamentalmente a rafforzare le attività di vigilanza sul sistema bancario soprattutto alla luce delle crisi che noi abbiamo vissuto in questi anni difficili, crisi dovute sì alle recessioni che hanno caratterizzato il nostro Paese, ma anche alle gestioni criminali di alcuni istituti bancari, poi giunti sull’orlo del fallimento”.
E prosegue: “Noi sappiamo che la nomina del governatore è di competenza delle più alte cariche della Repubblica e che la procedura è molto articolata. Non ci interessa entrare nella dinamica dei nomi, ma certamente chiediamo che la figura che assumerà queste responsabilità sia in grado di assicurare la massima fiducia nei confronti della Banca d’Italia, tenendo conto anche di tutto quello che è avvenuto in questi anni intorno al ruolo della Bce”.
Dunque Giovanni Sanga dichiara di non voler entrare nel merito dei nomi futuri, ma su quello presente insieme al Pd ha già messo una croce.
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